Arte e dintorni: il simbolismo di Segantini illumina la città del Grappa

Non solo cime innevate maestose e solitarie, maternità in povere stalle ricche di sacralità o prati che cantano la bellezza rarefatta dell’altura. Il profilo monografico di Giovanni Segantini (1858-1899) che esce dalla mostra di Bassano del Grappa risulta per un verso potenziato e per un altro ampliato di molte sfaccettature. Si abbandona finalmente il cliché del pittore solitario e montanaro per definirlo come un maestro al centro della cultura europea del proprio tempo.

La rassegna, visitabile sino al 22 febbraio prossimo, curata da Niccolò D’Agati (Università Cattolica e Politecnico di Milano), traccia la parabola fulminea e fin troppo presto interrotta di Segantini, che in vent’anni di carriera raggiunge una fama acclarata dai premi vinti e dalle importati acquisizioni di mercato, che diviene un riferimento per le avanguardie del primo Novecento. Come afferma il curatore D’Agati, la sua opera nasce all’interno di una rete fitta di contatti, in dialogo con i linguaggi più avanzati del suo tempo.
Il percorso dell’esposizione parte dalla sua formazione, vissuta nella Milano della seconda metà dell’Ottocento. Il giovane Segantini, nato ad Arco nel Trentino asburgico, con il trasferimento milanese prende contatto con il movimento della Scapigliatura – sono evidenti le citazioni tra le opere di Segantini e di Tranquillo Cremona come “La falconiera” – e nel contempo approfondisce il naturalismo lombardo con superbe nature morte – indimenticabile “l’Oca appesa” (Kunsthaus Zürich).
Non mancano opere modaiole e civettuole, come i ritratti agli aristocratici e le passeggiate di signorine di buona famiglia, che riecheggiano le coeve influenze francesi della Bella époque, con uno sguardo attento ad esempio al nostro artista barlettano naturalizzato parigino Giuseppe de Nittis.

Il trasferimento in Brianza verso il 1880 e l’amicizia fraterna con il gallerista collezionista Vittore Grubicy de Dragon – a cui Segantini dedica un ritratto sontuoso e intimo – inseriscono il giovane in un contesto internazionale. Una delle novità più importanti della mostra è l’aver messo in luce i contatti con l’arte di Jean-François Millet, con la produzione grafica di Vincent van Gogh e con le opere degli artisti della Scuola dell’Aja, artisti tutti che si concentrano a rappresentare la Natura quale elemento di comunione tra uomo, paesaggio e animali. In mostra una serie di opere dedicate al “Seminatore”. Queste opere degli artisti citati funge da paradigma di un archetipo ancestrale del mondo contadino, che ottenne un grande successo e una massiccia diffusione in quegli anni.

La terza sezione è dedicata alla fase svizzera, che inizia con il trasferimento a Savognino dal 1886. La pittura di Segantini diventa “pura luce” che ridefinisce temi arcani: la vita dei contadini con gli inseparabili animali da lavoro e le “sacre” montagne. Si affina la personale tecnica pittorica che lo elegge a protagonista del Divisionismo italiano. Nel 1887 Segantini scrive a Grubicy: “Se l’arte moderna avrà un carattere, sarà quello della ricerca della luce nel colore”. Sono le innovazioni tecniche che pongono l’artista nel flusso delle conquiste della pittura più nuova. La percezione frantuma e compone dipinti fragranti di pennellate minute, intrecciate e vibranti. Il suo talento è notato dai critici e dai collezionisti europei che gli aprono nuovi spazi di fama e di commissioni. La partecipazione alle esposizioni internazionali sancisce questa notorietà.
La mostra si chiude illustrando l’ultimo decennio della produzione dell’artista, quando risiede a Majola. Si dà conto anche dell’apertura di Segantini alla poetica Simbolista, data da una personale interpretazione del rapporto universale tra Uomo e Natura, non priva di una riflessione sulla morte e sulla spiritualità. Con questo ultimo guizzo Segantini esprime un “simbolismo naturale” che illustra le profonde inquietudini dell’aprirsi del nuovo secolo. Il percorso della mostra, ben illuminato e allestito con cura, cesellato con opere ispirate e potenti, finalmente riconosce a Giovanni Segantini uno spirito sperimentatore e uno sguardo sempre diverso verso la vita. La fruizione è agevolata dall’audioguida gratuita (consigliato portare con sé gli auricolari). Info, orari, costi e iniziative al link Mostra Giovanni Segantini