Sicurezza idraulica, via libera al nuovo collettore di gronda tra Laverda e Brenta

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Accordo raggiunto tra il Consorzio di Bonifica Brenta e sei comuni della Pedemontana sulla sicurezza idraulica.

È stato finalmente stipulato l’accordo tra il Consorzio di bonifica Brenta ed i comuni di Colceresa, Marostica, Nove, Pianezze, Pozzoleone e Schiavon, per la realizzazione del progetto riguardante il collettore di gronda tra il torrente Laverda ed il fiume Brenta. «È un’opera necessaria per incrementare il grado di sicurezza di un’estesa area in fascia pedemontana, resa fragile sia per la forte urbanizzazione che per i cambiamenti climatici, che vedono il ripetersi di eventi meteorici sempre più intensi e gravosi» spiega il presidente del Consorzio, Enzo Sonza.

Il collettore avrà la funzione di ricevere gli apporti di una serie di corsi d’acqua pedemontani (il torrente Valderio, il torrente Roncaglia, il torrente Ponterone ed un suo ramo secondario, lo scolo delle Fosse, la roggia Marosticana, lo scolo Torresino, il Bocchetto Acquedotto) e scolmarli nel vicino fiume Brenta, liberando la zona interessata da frequenti situazioni di esondazione e sgravando tutto il territorio di valle di una significativa quota dei deflussi di piena, con indubbio beneficio per un’area molto vasta.

Dell’opera si parla ormai da anni. Il primo progetto, risalente infatti al 1990, non aveva ottenuto il necessario finanziamento pubblico e fu poi inserito nel Piano Generale di Bonifica predisposto dal Consorzio nel 1991. Il Consorzio aggiornò il progetto nel 1999 e con l’emanazione del Piano di Sviluppo Rurale da parte della Regione, nel 2000, si presentò la possibilità del suo finanziamento, che però non andò a buon fine. Nel nuovo Piano di Bonifica, predisposto nel 2010 a seguito della nuova Legge Regionale 12/2009, il Consorzio lo inserì nuovamente. In occasione della successiva realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta, che ha creato una barriera territoriale, sono stati predisposti idonei manufatti di attraversamento per garantire la continuità tra monte e valle, compreso quello relativo al collettore di gronda.

«Recenti eventi alluvionali – prosegue Sonza – ed in particolare quello di giugno 2020, classificato dalla Regione come eccezionale e per cui è stato dichiarato lo stato di crisi, hanno confermato la validità dell’opera e l’utilità di riprenderla: ed ecco la sottoscrizione dell’accordo. In esso gli enti esprimono il loro parere favorevole alla realizzazione delle opere previste nel progetto, che in condivisione andrà aggiornato e adeguato all’attuale realtà territoriale, dando allo stesso oltre che una valenza idraulica anche una valenza ambientale e prevedendo, a tal fine, un apposito percorso ciclo pedonale e le opere di mitigazione che saranno ritenute meritevoli”.

Da una valutazione preliminare, recentemente aggiornata, l’opera avrà un importo totale di 6 milioni di euro. La Regione nel frattempo, a fine 2020, l’ha già inserita nel proprio “Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza”, in previsione dell’utilizzo dei fondi del Recovery Fund. Nell’imminenza del riparto di tali fondi, per accedere ai quali è necessario disporre di progetti avanzati, i sottoscrittori dell’accordo hanno valutato l’utilità di procedere nella sua progettazione, in modo da essere pronti a cogliere le opportunità che si stanno presentando. Il Consorzio si è impegnato alla progettazione, una volta ottenuti i fondi necessari ed in caso di finanziamento dell’opera seguirà la realizzazione e manutenzione dei lavori.