L’arte della ceramica piange per la morte di Alessio Tasca, maestro design e scultore

Se n’è andato il 28 gennaio, a novant’anni, il ceramista, designer e scultore Alessio Tasca, di Nove. Un artista e un maestro a cui il mondo della ceramica deve moltissimo.

Deve molto alle sue mani sapienti, ma soprattutto ai suoi occhi, capaci di saper vedere nella ceramica, come recita il titolo del libro di Matteo Marangoni che ancora in giovane età ha cambiato il suo modo di osservare l’arte. Alessio Tasca, nato a Nove nel 1929, come ricorda Cna in una nota, lascia un vuoto incolmabile nel mondo dell’arte ceramica, settore attraverso il quale ha contribuito a raccontare al mondo il territorio delle sue origini.

Figura eclettica nel panorama internazionale dell’artigianato artistico, nel corso della sua carriera si è indirizzato sia verso l’arte applicata che verso la scultura. Ha affiancato alla produzione in piccola serie di oggetti d’uso e d’arredamento la creazione di pezzi unici di grandi dimensioni la cui peculiarità sono i graffi e le incisioni realizzate sull’argilla ancora fresca. Di grande notorietà e successo anche le sue opere scultoree realizzate alla trafila, tra cui la Mura Antonibon (del 1991), un’intera cinta che ripercorre la storia di Nove e delle sue ceramiche, con 8 sezioni in 74 tavelloni che mescolano ricordi personali ad esperienze del passato, legate ai mesi dell’anno.

Alessio Tasca si era formato nel laboratorio di Giovanni Petucco, aveva poi frequentato la Scuola d’Arte di Nove, dove è stato anche insegnante tra il 1948 e il 1979. Nel suo laboratorio, in cui ha contribuito a forgiare moltissimi giovani talenti dell’artigianato artistico contemporaneo, ha realizzato le note maioliche in “rosso aragosta” (Premio Palladio 1962, ’63 e ’64).

Nel 1948 aveva fondato con i fratelli la “Tasca Artigiani Ceramisti”, che lascia nel 1961 per aprire la “Ceramiche Alessio Tasca”, azienda associata a Cna per quasi 35 anni. A fianco dell’associazione afferma il suo nome con le prestigiose partecipazioni delle sue opere nelle maggiori vetrine espositive del territorio, come la Fiera di Vicenza, il Museo della Ceramica di Nove (di cui è tra i fondatori), e più di recente al ViOff, il fuori fiera di VicenzaOro. In carriera ha collezionato anche una partecipazione alla mostra della ceramica italiana del Victoria and Albert Museum di Londra, una alla Triennale di Milano, due alla Biennale di Gubbio – selezionato da Giò Ponti – e tre alla Biennale di Vicenza; tra i tantissimi riconoscimenti internazionali il premio Faenza del 1976. Un percorso ricchissimo e portato avanti con passione fino alla fine, tanto da essere presente nel 2019 alla prima edizione di Artigianato&Design, la mostra di Cna dedicata all’eccellenza artigiana, e diffusa tra le botteghe storiche del centro di Vicenza.

Alla sua arte è dedicato il docu-film “Raccolto d’inverno” (2010) di Riccardo De Cal, un progetto promosso da CNA, che ripercorre la vita dell’artista e nel luogo reale e simbolico cui ha scelto di ridare vita: l’antica fornace di Rivarotta, sua ultima grande “sfida” personale e di carriera.

“Se ne va Alessio. Se ne va un Maestro. Se ne vanno le sue mani – ha scritto su Facebook l’ex sindaco di Nove Chiara Luisetto – che hanno scavato, trafilato, impastato e creato.
Conoscerlo, mangiare alla sua tavola e volergli bene, dedicargli una mostra per i 90 anni e ascoltarlo raccontare anni di lavoro e passione per Rivarotta con intensa determinazione, sono stati i momenti privilegiati di un affetto che mi ha accompagnata nel tempo.
Se ne va uno dei grandi vecchi della nostra arte. Grazie per quanto hai dato anche a chi, profano come me, ha imparato negli anni prima ad amare e poi capire questa arte. Nove ti piange”.

Alessio Tasca lascia la compagna Lee Babel e tre figli: Saverio, musicista, e i ceramisti Marina e Vittore.