“Prima pietra” – e foto – per la nuova Casa di Comunità del Distretto. Sarà pronta nel 2025

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Manuela Lanzarin e Carlo Bramezza per la simbolica prima.... martellata ai muri

Parte dalla demolizione di un edificio storico per la comunità di Romano d’Ezzelino, che in passato ha ospitato studi medici, uffici del Comune e anche la sede dei vigili urbani, la posa della prima pietra della prima delle quattro Casa di Comunità progettate in ambito Ulss 7 Pedemontana per il distretto 1 del Bassanese e Altopiano. Sede del cantiere e della futura struttura di servizi per il cittadino è via Gioberti, per un’opera da 3,8 milioni di euro.

Tempi di realizzazione relativamente brevi quelli previsti, entro un anno, nei primi mesi del 2025, attingendo anche in questo caso dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Presenti ieri alla cerimonia per l’avvio del cantiere, l’assessore regionale alla Sanità “vicino di casa” Manuela Lanzarin, rosatese, oltre al sindaco locale Simone Bontorin e il dg di Ulss 7 Carlo Bramezza. I primi simbolici “colpi” di martello a un muro sono stati dati proprio dagli esponenti della sanità veneta, con intorni i sindaci del territorio bassanese.

Dopo la distruzione dello stabile esistente in sede, sorgerà un nuovo e ampio edificio da oltre mille mq che sarà adibito ad ospitare ambulatori e il centro prelievi ma anche altri servizi per l’utente dell’Ulss 7: le cure primarie con medici e infermieri, il centro di salute mentale, il servizio dipendenze SerD, il consultorio familiare, la neuropsichiatria infantile, uffici amministrativi e lo sportello informativo denominato “Punto unico d’accesso”. L’area dove sarà operativo il nuovo centro sanitario è stata concessa ad uso e utilizzo gratuito all’Ulss 7 per 20 anni, rimanendo di proprietà del Comune con rassicurazioni sull’apertura 7 giorni su 7, giorno e notte.

Foto di rito in gruppo per le autorità locali presenti

Il Direttore Generale dell’azienda sanitaria locale, Bramezza: “Ringrazio l’amministrazione comunale che ci ha messo a disposizione a titolo gratuito, per 20 anni, l’appezzamento di terreno nel quale sorgerà la nuova Casa della Comunità, che sarà una struttura strategica non solo per gli abitanti di Romano ma anche per i residenti limitrofi, che qui troveranno assistenza vicino a casa per una vastissima serie di necessità, dalla presenza di medici e infermieri ai servizi specialistici territoriali. La normativa prevede l’apertura 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, per le Case della Comunità, che avranno un impatto importante anche sulla riduzione dei codici bianchi in Pronto Soccorso: sarà vera rivoluzione che porterà più servizi per i cittadini e li renderà più accessibili, favorendo un efficientamento complessivo della sanità pubblica”.

Al piano terra è previsto un punto informazioni, all’ingresso, dal quale si accederà all’area di attesa, con un Punto Unico di Accesso organizzato in open-space e in diretto contatto con l’ufficio amministrativo. Sul lato sud del piano saranno collocati tutti i servizi delle cure primarie, con la presenza di medici e infermieri, e assistenziali, mentre sul lato nord troverà spazio l’ufficio amministrativo e una sala polivalente. Sul lato opposto rispetto all’ingresso principale saranno collocati i locali per il Centro di Salute Mentale e il Ser.D, garantendo così una maggiore privacy agli utenti del servizio.

Al primo piano, invece, sarà collocato il Consultorio Familiare, il Servizio Tutela per i Minori, la Neuropsichiatria Infantile e altri ambulatori specialistici. A questo riguardo, va sottolineato che la Casa della Comunità è pensata per un’organizzazione innovativa di questi spazi: “Gli ambulatori non avranno una assegnazione univoca – spiega Eddi Frezza, Direttore dei Servizi Socio-Sanitari – ma potranno essere utilizzati in modo condiviso da più specialisti secondo un calendario pianificato: la Casa della Comunità propone un modello innovativo, nel quale non sarà più il cittadino a spostarsi da casa a una sede ambulatoriale centralizzata, ma saranno gli specialisti a recarsi nelle sedi territoriali più vicine ai pazienti per visitarli, chiaramente su prenotazione e secondo un calendario predefinito”.