Si aggrava dopo un esame diagnostico: indagine sulla morte del barista Paolo Landi

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Paolo Landi con la sorella Barbara in un momento felice

Bassano del Grappa attende di poter dare l’ultimo saluto a Paolo Landi, esercente 42nne molto noto e benvoluto in città, morto il 22 dicembre all’ospedale San Bassiano, dove era ricoverato per accertamenti e dove si era improvvisamente aggravato. Il funerale doveva tenersi lunedì 27 dicembre a Nove, ma su richiesta della famiglia (assistita da un avvocato che ha presentato un esposto ai carabinieri), la magistratura ha sospeso il funerale e ha disposto tutti gli accertamenti del caso, compresa l’autopsia sulla salma.

Originario della frazione di Marchesane, Paolo Landi avrebbe compiuto 43 anni il prossimo 19 gennaio. Gestiva con la famiglia il bar paninoteca “Al Porton” in via Gamba: uno dei frequentatissimi locali a ridosso del Ponte degli Alpini. Era entrato in ospedale il 25 novembre per un esame all’esofago: non era la prima volta che necessitava di un simile esame diagnostico.

Senza desiderio di rivalsa, la famiglia – composta dal padre Antonio, dalla madre Pina e dalla figlia Barbara – chiede chiarezza sulla morte del 42enne. “Se sarà accertata la morte per cause naturali – ha dichiarato il padre al Giornale di Vicenza – ci metteremo l’animo in pace, se invece dovessero emergere responsabilità specifiche, chiederemo che in nome di nostro figlio sia fatta giustizia”.

Ospedale San Bassiano

Le condizioni del 42enne, che si sottoponeva a controlli per qualche problema di salute, si erano aggravate durante il ricovero, tanto da disporne il trasferimento in terapia intensiva. La famiglia era stata avvisata dai medici che la situazione era complicata, tanto che per due settimane Paolo era rimasto in stato di incoscienza. Poi, un temporaneo miglioramento ne aveva consentito il trasferimento nel reparto di Medicina. Qui però la situazione si è deteriorata, fino al decesso tre giorni prima di Natale. A detta dei familiari, l’uomo soffriva di qualche disturbo ma nulla di particolarmente preoccupante.

Da parte sua, l’Ulss 7 Pedemontana in una nota spiega di aver messo a disposizione della magistratura, “come da prassi in casi simili”, tutta la documentazione clinica relativa al ricovero del paziente e alle terapie somministrate. “Il paziente – spiega l’Ulss 7 -, che già presentava un quadro clinico fortemente debilitato, ha accusato un aggravamento improvviso mentre si trova in ospedale per un esame, tale da rendere necessario il suo ricovero. L’Azienda è fiduciosa che gli approfondimenti che saranno eseguiti confermeranno la correttezza dell’operato del personale sanitario”. Intanto, il funerale è stato spostato “a data da destinarsi”.