Multa “salata” al distributore: oltre 30 mila euro per telecamere abusive e “buchi” nella sicurezza

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Pesante salasso per il conto in banca del proprietario di una stazione di rifornimento di Tezze sul Brenta, per una serie di violazioni in termini di sicurezza sul luogo di lavoro ma anche per assenza di autorizzazioni obbligatorie sul tema della tutela della riservatezza. A ricontrarle sono stati i Carabinieri, al termine di un controllo.

Il “conto” finale presentato dai militari ammonta a complessivi 32 mila euro, da saldare a breve scadenza da parte del legale rappresentante dell’impresa che gestisce la stazione di servizio, un imprenditore residente in provincia di Padova.

L’ispezione di routine completata nei giorni scorsi per le verifiche sul rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro contemplate nel Testo Unico del 2008 ha certificato una vasta gamma di lacune, sfociate poi nella denuncia nei confronti del responsabile. Tre le lacune oggetto di notifica e sanzioni conseguenti “la mancata formazione dei lavoratori e rappresentanti, il mancato invio dei lavoratori a visita medica e la mancata fornitura dei dispositivi di protezione individuale“.

Inoltre è stata violata una normativa di “lunga data” peraltro a tutt’oggi in vigore, riguardo l’installazione di impianti audiovisivi dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori. Di fatto, venivano “spiati” sul posto di lavoro senza che ne fossero pienamente al corrente. In questi casi, infatti, come viene specificato nel report del comando provinciale dei Carabinieri, è prevista la necessaria “autorizzazione stipulata preventivamente con i lavoratori o loro rappresentanti sindacali”. Una serie di inadempienze assortite, insomma, punite con gli oltre trentamila euro di multe comminate dal nucleo di militari dell’ispettorato del lavoro.