Abusi sulla figlia minorenne della compagna: 53enne in carcere dopo tre anni da latitante

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

La vicenda è particolarmente  delicata e brutta, perché la vittima al tempo dei fatti, nel 2005, era solo una bambina. Oggi però la giustizia può dirsi soddisfatta, dato che ieri i carabinieri di Marostica, hanno arrestato il 53enne Ettore Chiminello, da 3 anni e mezzo destinatario di un ordine di esecuzione di pena in carcere: deve scontare infatti un anno e sei mesi per atti sessuali con una minore.

La condanna segue una vicenda nata nel 2005, quando una bambina confida ai suoi insegnanti di essere stata accarezzata dal compagno della madre. Presso i carabinieri di Marostica si presentarono allora la bambina accompagnata dalla madre e, separatamente, anche l’allora compagno di quest’ultima, che sentito dagli inquirenti aveva negato le accuse della piccola, che aveva trovato il coraggio di vincere paura e vergogna ed aprirsi con gli adulti del mondo scolastico.

Le indagini, coordinate dal pubblilco ministero Giovanni Parolin, consentirono poi di stabilire in un’aula giudiziaria, con certezza, che la bambina, rimasta sola con il convivente della mamma fu toccata, contro la sua volontà, nelle parti intime. Il Tribunale, condannò quindi l’uomo in base all’articolo 609 Quater commi 1 e 3. Chiminello col suo avvocato ricorse però nei vari gradi di giudizio, tanto che la conclusione giudiziaria della vicenda arrivò solo nel gennaio 2017, quando anche la Corte di Cassazione rigettò l’ultimo ricorso, rendendo definitiva la condanna.

Da allora, però, Chiminello – per nulla d’accordo con le sentenze – si è sottratto alla sua esecuzione e per più di tre anni si  è dato alla macchia. Alla cattura di ieri i militari dell’Arma sono arrivati studiando i movimenti di amici e parenti ed è proprio in quest’ambito che sono riusciti ad individuarlo, sorprendendolo quindi all’interno di un’ auto che era nella sua disponibilità. “Vi aspettavo, ora mi tolgo un peso, son stanco di fare il latitante” ha detto ai militari che l’hanno fermato. Al termine delle formalità di rito, è stato quindi accompagnato a Vicenza e per lui si son aperte le porte della casa circondariale a San Pio X.