Pensionato morto al San Bassiano, Zaia manda gli ispettori

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L'ospedale San Bassiano

Il Governatore del Veneto Luca Zaia ha incaricato il direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, di attivare un’ispezione a seguito del decesso di Domenico Zarpellon,  avvenuto all’ospedale di Bassano. Gli ispettori della Regione avranno il compito di verificare approfonditamente la vicenda e di compiere valutazioni sull’attività complessiva del reparto di gastroenterologia. Gli esiti dell’ispezione, “che mira a fare la massima chiarezza in totale trasparenza, saranno messi a disposizione della magistratura”, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e indagato il primario del reparto di gastroenterologia.

Zarpellon, 70 anni, ingegnere in pensione, è morto lo scorso 5 gennaio al San Bassiano dopo una lunga degenza. Il tribunale ha disposto l’autopsia per capire le cause del decesso, che potrebbero essere avvenute per una infezione all’intestino. Dalle informazioni emerse, l’uomo era stato male il 7 dicembre  e ne era stato disposto il ricovero in gastroenterologia. La situazione si era aggravata dopo una ventina di giorni, rendendo urgente il trasferimento del 70enne in terapia intensiva, dove pare gli siano state riscontrate perforazioni intestinali e problemi polmonari. Nonostante l’intervento d’urgenza, l’anziano non si è più ripreso e, a causa anche di altre complicazioni, è spirato il giorno prima dell’Epifania.

Quella del pensionato bassanese è però solo l’ultimo dei decessi in ospedale sotto la lente di ingrandimento della magistratura berica.

Il 4 gennaio all’ospedale San Bortolo sono morti due pensionati e per entrambi sono in corso inchieste della magistratura, a seguito di esposti dei familiari. Il primo è un 67enne, Salvatore Mistretta: la procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo senza iscrivere nessuno sul registro degli indagati. L’uomo, visitato da più medici, era morto in circostanze da chiarire e anche in questo caso il magistrato aveva disposto l’autopsia.

La magistratura aveva già aperto un’inchiesta anche sulla morte di un imprenditore agricolo

84enne di Bolzano vicentino, Luigi Costa. Fra le ipotesi, che la morte sia stata causata da un batterio che il paziente avrebbe preso durante la degenza. Anche in quest’ultimo caso si attendono i risultati dell’autopsia. In merito, il segretario regionale di Cittadinanzattiva – Tribunale del Malato, Giuseppe Cicciù, aveva però ricordato che sebbene sia “legittima la richiesta di chiarimenti clinici da parte dei familiari per la morte di un loro congiunto ricoverato in una struttura ospedaliera, va ribadito che non tutela i diritti della cittadinanza ritenere sempre e comunque che la morte di un paziente debba essere considerata soltanto un errore clinico piuttosto che una carenza organizzativa imputabile a decisioni amministrative carenti o frammentarie”.

Inchiesta aperta, infine, anche per la morte di Monica Scalzolaro, la mamma 45enne di Sarcedo che era stata mandata a casa per quella che sembrava un’influenza e che è morta meno di 48 ore dopo, forse per un problema cardiaco. Sei i medici dell’ospedale di Santorso indagati, in questo caso.