Maltrattava la moglie di fronte ai figli, la sentenza è definitiva: arrestato un 41enne

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Una stanza in un carcere (immagine d'archivio)

Avrà tempo per riflettere e, magari, pentirsi profondamente per i 20 anni da incubo a cui ha costretto la donna che gli è era sempre stata al suo fianco, e in un secondo momento anche i suoi figli ancora bambini. E’ stato arrestato ieri, infatti, un uomo di 41 anni di Rosà, su disposizione del Tribunale di Vicenza dopo la condanna nei suoi confronti – ora definitiva – a 2 anni e 6 mesi di reclusione.

Marito e padre vicentino, di lui non vengono pubblicate informazioni sensibili a tutela della riservatezza di minori coinvolti in una grave vicenda di violenze famigliari: maltrattamenti accertati che si sono protratti per svariati anni, culminati in cruente aggressioni fisiche con lesioni riscontrate e certificate da referti medici.

Il 41enne si trova dal pomeriggio di ieri in una cella del carcere circondariale di Vicenza, dopo che una pattuglia di carabinieri della stazione rosatese ha prelevato l’uomo nel suo indirizzo noto. L’ultimo episodio che lo vedeva come “protagonista” risale al giugno 2021, lo scatto d’ira incontrollabile lo portò ad aggredire nuovamente la compagna e convivente, di fatto portata in salvo dai militari intervenuti d’urgenza.

In seguito a questo fatto eclatante erano emersi altri particolari su una storia di violenze fisiche e psicologiche risalenti anche a lunga data, addirittura ai tempi in cui la coppia si era formata, vent’anni prima, questo secondo il racconto fornito dalla vittima degli abusi e acquisito come testimonianza nel corso delle indagini che hanno portato al processo. In seguito alla convalida dell’arresto, il Gip del Tribunale di Vicenza aveva emesso nei confronti del violento una prima misura cautelare, ritenendo il soggetto pericoloso, in carcere, e dopo alcuni mesi tramutata in arresti domiciliari.

Ora, in seguito alla sentenza di condanna definitiva, il vicentino condotto in prigione dovrà abituarsi all’idea di espiare dietro le sbarre la pena residua di 23 mesi. Da ricordare che, lo scorso inizio estate, furono applicate le misure d’emergenza legate al “codice rosso” di recente introduzione, consentendo una procedura accelerata di intervento da parte di forze dell’ordine e Procura per tutelare le persone offese e in stato di potenziale pericolo per la propria incolumità.