“Topo” d’appartamento arrestato a 6 mesi dal furto grazie alle tracce biologiche

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Un pregiudicato di nazionalità rumena di 26 anni, Catalin Hagiu il nome completo, è stato riconosciuto come responsabile del furto in un’abitazione di Rosà avvenuto lo scorso 9 agosto 2019, a distanza di circa 6 mesi dal fatto. Nei confronti del giovane balcanico è scattata la denuncia da parte della compagnia carabinieri di Bassano del Grappa, dopo che le investigazioni della “scientifica” hanno permesso di individuare il dna del ladro che si era intrufolato in casa di una famiglia rosatese, dileguandosi con un discreto bottino. A tradirlo, alcune tracce biologiche – non meglio specificate – lasciate sul “luogo del delitto”.

Gli investigatori dell’Arma non si erano fatti sfuggire la possibile prova di colpevolezza, che all’epoca di fatti, la scorsa estate, era considerata prima di tutto un prezioso indizio per risalire agli artefici dell’incursione illecita in una proprietà privata. Le tracce erano state raccolte come reperto e inviate al laboratorio del Racis, vale a dire Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, reparto speciale che ha analizzato il materiale biologico, ricostruendone la “carta d’identità” attraverso il dna.

Una volta incrociato con la banca dati di pregiudicati noti il profilo del 26enne rumeno è apparso sul monitor degli investigatori, non lasciando spazio a dubbi sull’identità del responsabile del blitz, residente in zona. Dopo la denuncia, i militari bassanesi dell’Arma hanno provveduto a rintracciare il malvivente, raggiungendolo presso il domicilio noto e assicurandolo alle guardie penitenziarie del carcere di Vicenza, la casa circondariale “Del Papa” nel quartiere cittadino di S. Pio X.