Tumore alla prostata, l’Ulss 7 tra le poche in Italia con un percorso di cura certificato

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In gergo tecnico viene chiamata certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2015 del Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale (PDTA) per il tumore della prostata. È quanto ha ottenuto l’Ulss 7 Pedemontana, tra i pochi in Italia, e che punta a garantire ai pazienti standard assistenziali sempre più elevati e uniformi assicurando la presenza di team multidisciplinare in tutte le fasi del percorso di cura, dalla diagnosi al trattamento e al follow up, secondo un approccio integrato.  Il tutto per una patologia – il cancro della prostata – che in Veneto vede circa 3.000 nuovi casi l’anno. Solo all’ospedale San Bassiano ogni anno sono oltre 200 i pazienti trattati, il 40% dei quali proveniente da altre Ulss in prevalenza del Triveneto ma non solo.

“La certificazione di qualità è uno strumento molto utilizzato nell’industria e nel settore privato in genere, meno nella sanità pubblica – sottolinea il Direttore Generale dell’Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza -. Siamo tra i pochissimi ospedali in Veneto ad avere certificato un PDTA e questo rappresenta certamente un risultato di grande rilievo, ma anche un segnale importante: dimostra la volontà di questa azienda di mettersi in gioco, anche sottoponendosi ad una valutazione esterna del tutto indipendente, con il fine ultimo di garantire ai nostri pazienti cure sempre migliori. Allo stesso tempo questa certificazione dimostra anche i grandi risultati che possiamo raggiungere attraverso una stretta collaborazione tra i nostri ospedali: il PDTA coinvolge infatti sia l’ospedale di Bassano sia quello di Santorso, oltre all’ospedale San Bortolo per la radioterapia“.

L’obiettivo del Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale è assicurare al paziente una presa in carico rapida, efficace ed efficiente, tale da garantirgli un’offerta ampia ed innovativa di opportunità diagnostiche, terapeutiche ed assistenziali secondo le più recenti linee guida internazionali. “Con la sua certificazione – spiega Antonio Celia, direttore dell’U.O.C. di urologia dell’ospedale San Bassiano – c’è una garanzia ulteriore per il paziente, in termini di qualità, rilasciata da un soggetto indipendente, in questo caso dall’ente certificatore CSQA, implica anche un monitoraggio costante dell’attività svolta, per mantenere gli elevati standard certificati”. Gli fa eco Franco Bassan, direttore dell’oncologia dell’ospedale di Santorso e coordinatore del dipartimento di oncologia medica: “La certificazione di qualità del PDTA rappresenta un grandissimo risultato anche perché costituisce uno stimolo al miglioramento continuo, rafforzando la collaborazione già esistente tra gli specialisti e le unità operative. In quest’ottica è certamente uno strumento di crescita per le figure professionali coinvolte e per i nostri ospedali, oltre che un salto di qualità importante dal punto di vista del paziente”.

“Il tumore della prostata è tra le neoplasie più frequenti nel maschio e ogni anno la radioterapia di Vicenza prende in carico circa 250 nuovi pazienti affetti da tale patologia. Per questi pazienti la radioterapia ha un ruolo centrale in caso di trattamenti con finalità curativa sia in fase iniziale che in fase localmente avanzata, inoltre assume un ruolo rilevante nella malattia metastatica” spiega Cristina Baiocchi, direttore dell’unità operativa complessa di radioterapia dell’Ulss 8 Berica, sottolineando l’importanza della sinergia tra ospedali e unità operative di diverse specialità. Il percorso di certificazione è stato reso possibile grazie anche alla partnership tra pubblico e privato nel settore sanitario, che ha incluso il sostegno di Astellas Pharma e il supporto tecnico-organizzativo di OPT Srl.