Generazione Z – Viaggiare è vivere due volte. Episodio 3: Romantica Vienna

27 luglio 2020

Entro nella casa che mi ospiterà a Vienna e sorprendo Karim e la madre a fare colazione, “accidenti, tempismo perfetto!” penso tra me e me. L’appartamento sembra troppo grande per sole due persone, quindi mi chiedo se vivesse lì anche qualcun’altro, magari il padre o un fratello di Karim. Mi viene subito mostrata la mia camera, il che è molto raro: non è comune che l’host predisponga una camera privata per l’ospite. Immagino che la famiglia usasse la camera come sgabuzzino/lavanderia, però c’è un comodo letto senza rete, quindi non mi lamento e ringrazio infinitamente Annetta. Tempo di mettere giù le mie cose (lo zaino e basta) e mi vengono mostrati i servizi, il cucinotto e il soggiorno: la casa ha uno stile molto hippie, con teli colorati e arte non europea appesi alle pareti.

Karim mi invita per la colazione e qui scopro qualcosa di molto particolare: sono vegani! Per me è uno choc, non ero mai stato a casa di vegani prima di questo momento e quindi sono molto intrigato dall’idea, fra me e me decido che se mi farà schifo mi comprerò qualcosa fuori. L’avocado è il protagonista della colazione, insieme a pane con cereali, formaggio di soia e una strana salsina al pomodoro, ma molto densa e speziata. Qualche bacca e qualche seme spunta qua e là e voilà, mi è servita la colazione. Mi accingo a mangiare e scopro che non è niente male e questo mi dà speranza. I discorsi a tavola sono i soliti: quelli delle presentazioni e cosa fai, cosa non fai, dove abiti ecc ecc. Vengo a sapere che Karim ha una sorella più giovane che però non vive in casa per motivi personali.

Dopo aver dato una mano a sparecchiare a tavola usciamo tutti e tre per il mio primo tour “guidato” della città. Passiamo per posti poco conosciuti, anche per mia richiesta, visto che quelli più famosi li avrei anche visitati da solo nei giorni seguenti. Visitiamo una piccola chiesa di cui non ricordo il nome e quello che sembra una piazzetta/parco in pieno centro abitato dove c’è un murales con una bellissima frase: “I’m an artist, your rules don’t apply” (sono un artista, le tue regole non mi riguardano).

 

Un’altra chiesa davanti a cui passiamo, ma che per colpa del Coronavirus non possiamo visitare è la Karlskirche, maestosa nella sua grandezza come potete vedere dalla foto. I monumenti sembrano non finire più e ci imbattiamo in un obelisco simile a quello presente nella capitale statunitense (ma meno alto) una statua in onore del grande compositore Ludvig van Beethoven e dell’altro famoso figlio di Vienna, forse il più grande: Wolfgang Amadeus Mozart.

 

Tra un monumento e un altro mi concedo un kebab, piatto tipico della città vista la forte presenza turca: il prezzo è un affare: 2 euro! Annetta ci lascia e continuiamo il cammino io e Karim: a fine giornata sono 26 km a piedi, come indica l’app “Salute” del mio iPhone. Ma non basta, perché più terdi un altro breve giro nel centro “giovanile” della città (niente discoteche o bar affollati per il gli ormai noti motivi). Conversiamo con vari sconosciuti e mi vengono ancora in aiuto le parole che so di serbo-croato per una bella conversazione con un tipo che probabilmente non vedrò mai più. Ci dirigiamo verso casa e all’arrivo il conto dei chilometri percorsi è da capogiro: 31.5! La sera si mangia qualcosa a casa tutti insieme e poi a letto dopo una rapida doccia (sapone e shampoo di dimensioni piccole per poterli trasportare col solo bagaglio a mano).

28 luglio 2020

Il secondo giorno è dedicato ai musei e ci vado da solo. Il primo è quello di Sissi, conosciuta anche come Elisabetta di Baviera, imperatrice d’Austria che regnò nella seconda metà del diciannovesimo secolo, che veniva chiamata Die Kaiserin (“La Kaiser”). Il museo contiene un repertorio infinito di oggettistica come servizi di porcellana, candelabri e alla fine scopro che  era la residenza della sovrana. Faccio qualche considerazione sulla ricchezza enorme di cui l’imperatrice godeva a la collego a un mio pensiero personale che non fosse giusto, al tempo la maggior parte del popolo, oppresso, moriva di fame e vivendo uno stile di vita così sperperatore, sicuramente non aiutava i suoi sudditi.

A questo punto, raggiungo la piazza centrale di Vienna, dove si staglia il Duomo di Vienna, noto anche come Cattedrale di Santo Stefano. Pranzo con un panino col formaggio comprato al supermercato e mi avvio al secondo museo della giornata: il Belvedere. Il palazzo è un’esplosione di ogni genere di arte, dal Neoclassicismo al Decadentismo, passando dal Romanticismo, di piano in piano, di sala in sala, mi accorgo della grandezza dei pittori degli anni passati: tutte le rappresentazioni di battaglie, di primi piani e di nature morte, mi fanno alla fine arrivare al quadro protagonista del museo: “Il bacio” di Gustav Klimt, uno dei tanti figliuol prodighi della città, considerato trai più grandi pittori austriaci. Dopo una camminata nei giardini del museo, cambio completamente locazione e arrivo al palazzo di Schonbrun, dove da una collinetta sopraelevata si vede tutta Vienna e mi faccio scattare delle foto, in cui appaio molto assonato, mi sto piano piano abituando al viaggio, ma non è facile perché richiede molte energie mentali e fisiche. Alla sera mi reco con Karim al Danubio, dove su una barca ormeggiata (di nascosto) ci godiamo il tramonto parlando delle nostre passioni e i nostri obbiettivi.

29 e 30 luglio 2020

I due giorni successivi li passo (insiema a Karim o alle volte da solo) girovagando per la città e scoprendo i posti di interesse locale, non solo i grandi must che ogni turista deve vedere. Ed è qui che viene in aiuto la divinità Couchsurfing, impersonificata a Vienna da Karim che mi mostra posti che non avrei mai potuto scoprire se mi fossi comportato da turista standard: taxi, hotel e giro in metro. E tutto al costo di nulla, o meglio in cambio di cultura e modi di vedere il mondo, e non ho problemi in questo, visto che chiacchierare è una cosa che mi piace, e non poco. Attraversiamo insieme un intero quartiere chiamato Museumquartier, perché lì sono locati i maggiori musei storici e scientifici della capitale, disposti a formare un quadrato.

I pasti a casa sono sempre sostanziosi e i miei host non mi lasciano mai comprare niente, neanche se la devo mangiare solo io, solo una volta riesco a cucinarmi delle uova (uno dei miei piatti preferiti), perché a casa loro non c’è neanche l’ombra di qualsiasi prodotto animale, però nella maggior parte dei casi quello che mi preparano è veramente buono; sono riuscito addirittura a mangiare carne vegetale, ma vi pensate?? La mattina del 30 mi sveglio presto perché un treno mi aspetta alle 7:10. Lo zaino è pronto e non dimentico niente tranne qualche prodotto per lavarmi: vabbeh ne comprerò altri durante il viaggio. Prendo il tram e la metro e raggiungo la Bahnhof (stazione dei treni) dopo qualche piccola peripezia durante il tragitto. Il treno è al binario 15 quindi corro e riesco a prenderlo. Dopo che il controllore mi ha controllato il biglietto mi metto subito a dormire: voglio essere fresco fresco per Praga: la seconda destinazione di questo viaggio.

Mohammed Sadiq (Instagram: @momothalegend)

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