Spettacolando – Beh Harper è sempre un grande, e la sua band è musica allo stato puro

Il 22 luglio nella suggestiva cornice dell’Anfiteatro Camerini, all’interno del prestigioso parco di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, si è svolto il concerto di Ben Harper & The Innocent Criminals, unica data in Veneto per questa tappa del suo mini-tour estivo 2025 in Italia. L’evento, organizzato da Zed Live, ha segnato un ritorno atteso al Piazzola Live Festival, che fin dal 2008 ha ospitato artisti di calibro internazionale, da Mark Knopfler a Santana, a Noal Gallagher, solo per citarne alcuni.

Harper si è presentato sul palco con la band di lunga data, The Innocent Criminals, affiatata e multigenerazionale: Leon Mobley alle percussioni, Juan Nelson al basso, Oliver Charles alla batteria, Jason Yates alle tastiere e Jason Mozersky alle chitarre.

Si parte con “Welcome to the Cruel World”, e Harper ci mette un minuto a catturare il pubblico con il suo blues vellutato, caldo quanto il suo look: gilet di lana e cappello a tese verde, da sudare al solo guardarlo.
Da lì in poi un lento crescendo che ha alternato il mood acustico al rock elettrico con “Burn to Shine” e “Glory & Consequence”, ribadendo l’affiatamento straordinario che conosciamo. Una presenza scenica vibrante e una compattezza che poche band possono vantare: sul palco sembrano danzare, sfoderando un’intesa che ricorda quella della leggendaria E Street Band di Springsteen.
“Steal My Kisses” ha rilanciato groove e soul, mettendo in risalto il basso di Nelson e i percussionismi di Mobley, mentre “In the Colors” ha offerto un interlude acustico, intimo e sospeso.

Una serie di classici come “Homeless Child”, “Ground on Down” e “Fight for Your Mind”, innestano intense jam session tra slide e basso, passando da registri funky a momenti psichedelici pieni di energia.
Il concerto ha continuato con versioni acustiche di “Don’t Take That Attitude to Your Grave” e “Brown Eyed Blues”, toccando toni più riflessivi, prima di rimettere in moto l’energia con “Diamonds on the Inside” e “Masterpiece”.
Un momento di emozione si è avuto con “Roses from My Friends” e “Forgiven”, canzoni cariche di delicatezza e significato, seguite dallo scatenato tris finale: “Burn One Down”, “With My Own Two Hands” e “Amen Omen”, quest’ultima in acustico, densa di speranza e spiritualità.

Il bis, richiesto a gran voce, è stato intenso grazie a “Walk Away”, “Forever” e “Better Way”: pezzi potenti che hanno ribadito il legame autentico con il pubblico e la capacità di Harper di chiudere una serata con un messaggio di speranza e impegno personale e sociale.
Un concerto di Beh Harper non è mai solo una performance musicale di alto livello: anche questa volta è stata un’esperienza che ha unito suoni e parole e uno sguardo umano verso il mondo, diritto e senza indecisioni.

Paolo Tedeschi

 

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