Spettacolando – Cocciante a Marostica, il ritorno del Re

Foto Due Punti Eventi

Il 21 Luglio la piazza degli scacchi cala un altro jolly per il Marostica Summer Festival. Riccardo Cocciante è uguale a come lo ricordavamo, nel precedente millennio, prima che nel 2002 nascesse la sua seconda carriera musicale: quella di Notre Dame.

Comincia con i pezzi più vecchi, che molti non ricordano e si avvicina per grado a quelli di più alto gradimento. Con cautela qualcuno si azzarda a cantare con lui, ma a bassa voce. C’è timore mentre sussurriamo le parole delle sue canzoni: disturberemo l’orchestra o il nostro vicino? E soprattutto, a Lui piacerà l’eco del pubblico?

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Con Notre Dame è Cocciante stesso a rompere gli indugi. E’ lui che si accorge della nostra timidezza e ci sprona a cantare: ma ancora non ci fidiamo e lo facciamo senza più pudore solo con “adesso siediti, su quella seggiola, ma non illuderti, io non ci casco più”. E con Margherita, “che ama, e lo fa una notte intera”. Perché Margherita è un sogno: è bella, buona, dolce, è sale e vento, è semplicemente tutto ed è sua, mia, di tutti noi e siamo contenti di poterlo urlare a squarciagola.

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Cocciante ci rovescia addosso quel mondo di illusioni ormai lontane, abbagliato delle luci stroboscopiche degli anni 80: quando gli amici erano sacri e quelli carissimi non tradivano mai. Quel ruolo spettava alle donne, che si lasciavano sedurre per poi colpire i malcapitati alle spalle: che facevano finire gli amori, senza una ragione né un motivo, senza niente. Che venivano indotte a sedersi su quella seggiola, come sapevano fare solo loro, e i super uomini ci cascavamo di nuovo. Almeno questo era l’immaginario maschile di un mondo maschilista, dove a parlare d’amore con la passione di Cocciante ci provavano in tanti, ma non ci riusciva quasi nessuno.

Dopo la svolta di Notre Dame sembrava aver tirato una riga sul passato: sembrava quasi lo volesse rinnegare, o almeno cancellare, ma forse aveva solo bisogno di una sfida più grande. Ad ascoltarlo oggi le sue canzoni sembrano datate, ma a lui di questo non importa nulla: la sua dignità è granitica come allora, come i suo riccioli e i pantaloni bianchi. E noi tutti, lì presenti, gli vogliamo bene adesso come allora, forse ancora di più: è una questione di feeling, del resto.

Paolo Tedeschi