Caos migranti: nuovo barcone in difficoltà al largo della Libia

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La vicenda dei 170 migranti morti in due naufragi al largo della Libia scuote la politica. Contro la linea dura di Salvini, Matteo Renzi del Pd invoca “l’apertura dei porti”.

Intervengono anche i presidenti di Camera e Senato, con Roberto Fico per il quale “una società sana salva le vite umane”, mentre la Casellati si augura che il “Mediterraneo non diventi una fossa comune”.

E nuovo attacco con la Francia proprio sui migranti. A sferrarlo è stato il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio: “Ci sono decine di Stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella moneta si finanzia il debito pubblico francese. Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i paesi africani”.

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani chiede invece di: “Approvare il piano del Parlamento Ue per fermare i viaggi della morte. Non possiamo restare indifferenti davanti alla morte di 170 uomini, donne e bambini! C’è un piano del Parlamento europeo per fermare i viaggi della morte e ridistribuire i richiedenti asilo. Il mio appello agli Stati Ue perché lo approvino subito” .

Durissimo il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il quale parla di “genocidio” e rivolgendosi a Salvini dice: “Si farà un secondo processo di Norimberga e lui non potrà dire che non lo sapeva”. Il numero uno del Viminale risponde: “Mi paragona ai criminali nazisti. Non ho parole. I suoi insulti per me sono medaglie”.

Intanto un nuovo barcone con 100 persone a bordo è stato segnalato in mare a 60 miglia dalle coste di Misurata, in Libia. Secondo Alarm Phone, il sistema di allerta telefonica che indica le imbarcazioni in difficoltà, il natante starebbe imbarcando acqua e i profughi a bordo sono terrorizzati. Alcuni di loro potrebbero essere morti e pare che sul barcone ci sia anche un bambino.

“Alle 10 di questa mattina – spiega Alarm Phone su Twitter -, siamo stati avvertiti di un’imbarcazione con 100 persone a bordo che stava tentando di attraversare il Mediterraneo. Alle 11 abbiamo ricevuto la loro prima posizione. Erano a 60 miglia al largo di Misurata (Libia), ma la situazione era calma e ci chiedevano di restare in stand-by, mentre tentavano di utilizzare un motore”.

“Tra le 11:40 e le 12:20 – continua la nota – le persone hanno cominciato ad andare nel panico. Volevano che informassimo le autorità, ma non quelle libiche. Abbiamo fornito loro assistenza legale, spiegando che Libia e Italia avrebbero sostenuto la responsabilità libica per l’area in cui erano. Alle 12:20 abbiamo ricevuto una nuova posizione. Erano a 12 miglia più a est e avevano problemi di navigazione. Un bambino è incosciente o morto. Il natante sta imbarcando acqua. Chiedono aiuto, anche se questo potrebbe significare tornare in Libia”.

Sono poi state contattate Roma, Malta e Libia per sapere di chi fosse il coordinamento. E infine Malta ha risposto, confermando l’intervento.

Nel frattempo in mezzo al Mediterraneo c’è anche una nave di Sea Watch che ha messo in salvo 47 migranti, tra cui otto minori non accompagnati, soccorsi su un gommone a 50 miglia dalla Libia. “Siamo ancora in zona Sar – dicono gli attivisti -, ma nessuno si è finora assunto il coordinamento dell’operazione. Chiediamo istruzioni e restiamo in attesa. Siamo stati rimandati ai libici che però non rispondono. Non c’è modo di parlare con loro, non rispondono neanche al telefono. E le condizioni meteorologiche stanno peggiorando”.