Coronavirus, 56 italiani rientrano da Wuhan. Attivato il ponte aereo con la Cina

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C’è attesa per il ritorno a casa degli italiani rimansti bloccati a Wuhan, la città epicentro del coronavirus.  A bordo ci sono 56 connazionali, dieci hanno deciso di rimanere, mentre uno è rimasto a terra perché aveva qualche linea di febbre: secondo i protocolli dovrà ricorrere alle cure dei medici locali. L’arrivo è previsto in mattina a Pratica di Mare, intorno alle 10.  Stanno tutti bene ma saranno comunque sottoposti a una quarantena nei locali appositamente attrezzati nella cittadella militare della Cecchignola, a Roma.

Come annunciato ieri dal Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Angelo Borrelli è stato attivato intanto il ponte aereo da e per la Cina. Poco dopo le sei è atterrato a Fiumicino il primo volo della China Airlines (CI75) operato con un Airbus A350 per il rimpatrio dei turisti cinesi.

E con gli ultimi 57 decessi da coronavirus in Cina, il totale sale a 361, superando i 349 che fece la Sars nella parte continentale del Paese tra il 2002 e il 2003. E con i 2.296 nuovi casi accertati nelle ultime 24 ore, i contagi salgono a 17.205: più del triplo dei 5.327 della Sars. Si attestano a 21.558 i casi sospetti, mentre aumentano anche le guarigioni, a quota 475. La notizia sciocca le borse cinesi nella prima seduta dopo la pausa del Capodanno lunare: Shanghai e Shenzhen, a scambi ancora in corso, cedono rispettivamente l’8,3% e l’8,4%. Tokyo ha perso l’1%, Sydney l’1,3%, Taiwan l’1,2%, Bangkok (-0,3%) e Seul lo 0,01%. Hong Kong, ancora aperta, si mantiene appena sopra la parità (+0,1%) mentre cedono Singapore (-1,2%) e Giacarta (-0,6%).

Timori anche negli Stati Uniti, dove è stato confermato il nono contagio. Secondo l’infettivologo americano Anthony Fauci, “il virus è molto, molto trasmissibile, e quasi certamente sarà una pandemia”. Gli scienziati, riporta il New York Times, non sanno ancora quanto letale sia il coronavirus che si sta diffondendo più come un’influenza che come le ‘cugine’ Sars o Mers. Ed è proprio la sua rapida diffusione a preoccupare. Secondo alcuni modelli il numero reale di casi è di 100.000 o più.

Massima attenzione dalla politica: oggi conferenza telefonica dei ministri della Salute del G7 per dare una risposta concertata e univoca all’emergenza coronavirus.