Covid, AstraZeneca sospende la sperimentazione del vaccino

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

L’azienda farmaceutica AstraZeneca, che collabora con l’Università di Oxford, sospende la sperimentazione del vaccino anti-Covid per una reazione avversa che ha sviluppato un volontario in Gran Bretagna. Lo annuncia la società, sottolineando che lo stop è un’azione di routine che si adotta durante i test nel caso ci si trovi davanti a una reazione inspiegata. Questo, afferma AstraZeneca, per assicurare l’integrità del processo dei test.

Lo stop temporaneo consente al colosso farmaceutico di esaminare il caso e rivedere i dati sulla sicurezza. Un portavoce di AstraZeneca afferma: “Il nostro processo standard di revisione dei test ha fatto scattare una pausa. Si tratta di un’azione di routine che si verifica ogni volta c’è una potenziale reazione inspiegata in uno dei test che consente il tempo di indagare e assicurare allo stesso tempo il mantenimento dell’integrità del processo dei test”.

Non è inconsueta per i test clinici una sospensione ma lo sviluppo del vaccino del coronavirus è uno di quelli più sotto osservazione della storia e qualsiasi segnale che arriva dai test è passato all’esame con la lente di ingrandimento. Anche se il vaccino di AstraZeneca fosse alla fine approvato, questa battuta d’arresto potrebbe tradursi in timori sull’uso. I dati iniziali sugli esperimenti sono apparsi molto promettenti, con il vaccino in grado di produrre una robusta risposta immunitaria e solo deboli effetti collaterali.

Lo stop di AstraZeneca arriva nell’acceso dibattito in corso su una possibile politicizzazione del vaccino, soprattutto negli Stati Uniti dove Donald Trump spinge per averlo prima delle elezioni di novembre fra i dubbi degli esperti. Non da ultimo quelli di Anthony Fauci, il super esperto americano in malattie infettive, secondo il quale è improbabile che un vaccino sia pronto entro la fine dell’anno.

Intanto Boris Johnson ha deciso che da lunedì 14 settembre in Inghilterra non saranno consentiti ritrovi di più di sei persone. L’obbligo, valido sia all’aperto che al chiuso, rappresenta il primo importante passo indietro dopo l’allentamento delle misure restrittive. Fanno eccezione le scuole e i luoghi di lavoro ma non ristoranti e pub.