Guerra in Ucraina, sanzioni americane al petrolio russo


“Di fronte al rifiuto del presidente Putin di porre fine a questa guerra insensata, il Dipartimento del Tesoro impone sanzioni alle due più importanti compagnie petrolifere che finanziano la macchina da guerra del Cremlino”, ha spiegato Scott Bessent, citato in un comunicato, sottolineando che il ministero era “pronto ad andare oltre se necessario” e invitando gli alleati degli Stati Uniti “ad aderire a queste sanzioni”.
“Si tratta di sanzioni molto pesanti, enormi. E speriamo che non durino a lungo. Speriamo che la guerra finisca”, ha detto il presidente Usa, Donald Trump, incontrando i giornalisti nello Studio Ovale insieme al segretario generale della Nato, Mark Rutte.
“Ho cancellato l’incontro con Putin”, non avrebbe “portato a nulla”, ha affermato Trump. “Lo faremo in futuro”, la “guerra sarà risolta”.
Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che i colloqui con il presidente russo sulla fine della guerra in Ucraina sono “buoni” ma alla fine “non portano a nulla”. “Ogni volta che parlo con Vladimir, ho delle belle conversazioni e poi non vanno da nessuna parte, semplicemente non vanno da nessuna parte”, ha ribadito.
Secondo il Wall Street Journal, l’inamovibilità dello zar avrebbe spinto gli Stati Uniti ad autorizzare Kiev ai raid con alcuni missili a lungo raggio per colpire la Russia in profondità, tra cui i britannici Storm Shadow. ‘Fake news’, ha però smentito in serata il presidente americano secondo cui Washington “non ha nulla a che fare con quei missili o con ciò che l’Ucraina ne fa”. Inoltre il tycoon ha spiegato che “il problema con il Tomahawk è che ci vorranno almeno sei mesi, di solito un anno, per imparare a usarlo. È molto complesso. Quindi l’unico modo perché un Tomahawk venga lanciato è se noi lo lanciamo, e non lo faremo”.