Strage Los Angeles, torna negli Stati uniti la teste-chiave: interrogata dall’Fbi

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Marilou Danley, la compagna del killer di Las Vegas, è rientrata negli Stati Uniti. La donna, teste-chiave della strage e che forse conosce il movente di Stephen Paddock,  può svelare il mistero dietro la mente dell’attentatore. La 62enne, è atterrata all’aeroporto di Los Angeles, su un volo dalle Filippine, era in visita dai suoi genitori quando Paddock ha organizzato la sparatoria dal 32esimo piano del Mandalay Bay Resort.
Ad attenderla al Los Angeles International Airport gli agenti dell’Fbi, che l’hanno poi sottoposta a un interrogatorio. Sembra esclusa la sua complicità ma il suo ruolo può rivelarsi cruciale visto che Paddock non ha lasciato alcun indizio sui social media, né lettere o diari in cui spieghi cosa lo ha spinto a compiere quella carneficina. Su Danley si addensano molti interrogativi anche perché si è saputo che Paddock aveva trasferito nelle Filippine 100.000 dollari tramite bonifico bancario.
Altri dettagli intanto rafforzano l’impressione di una strage premeditata in modo scientifico e meticoloso. Lo sceriffo di Las Vegas, Joe Lombardo, ha rivelato che Paddock aveva piazzato diverse telecamere nelle due stanze d’albergo che occupava al Mandalay Bay Resort.  In questo modo, secondo gli inquirenti, l’uomo voleva tenere a bada eventuali intrusi e avere a disposizione il maggior tempo possibile prima dell’arrivo della polizia. Quando ha cominciato a sparare sulla folla, e per 11 minuti ha preso di mira gli spettatori del concerto per ucciderne il più alto numero possibile, al tempo stesso teneva d’occhio le vie d’accesso al 32esimo piano dell’albergo per sapere se stavano arrivando le teste di cuoio dei Swat team.
Las Vegas si prepara  intanto a ricevere la visita di Donald Trump: il presidente, che ieri aveva liquidato l’assalitore come una persona ”molto malata, un demente”, arriva per una giornata di incontri con le autorità locali, i vertici della polizia, e i parenti delle vittime.