Usa, il rischio Covid stoppa i viaggi in Europa, mentre le vaccinazioni sono ferme al 49,7%

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Gli Stati Uniti continuano sulla linea della cautela. Stop ai viaggi in Europa. Troppo grande negli Usa, la preoccupazione per l’aumento dei contagi da Sars-CoV-2 legati alla variante Delta, contagi più che triplicati nelle ultime settimane. Dunque sono state confermate tutte le restrizioni sui viaggi non essenziali dai Paesi stranieri, mentre la campagna vaccinale è ferma al 49,7% di immunizzazioni complete.

A giugno l’amministrazione Biden aveva creato un gruppo di lavoro con l’Europa, la gran Bretagna, il Canada e il Messico per individuare le possibili soluzioni per l’allentamento dei divieti. Poi di punto in bianco Washington ha messo in guardia gli americani nel Regno Unito, quindi ha prorogato la stretta per chi viene da Canada e Messico almeno fino al 21 agosto. Stessa sorte toccata ora anche all’Europa, nonostante ai turisti americani sia attualmente consentito di spostarsi nell’area Schengen e, per quelli vaccinati, di viaggiare anche in Canada.

Anthony Fauci: “La situazione negli Usa si mette male”. “Stiamo vivendo una pandemia tra i non vaccinati, ci troviamo di fronte a due Americhe”, ha ribadito il virologo statunitense, puntando il dito contro la metà degli americani che ancora non hanno effettuato nemmeno la prima dose di vaccino. Anche per questo, il direttore dell’Istituto delle malattie infettive e consigliere del presidente Biden mette in guardia sul rischio di altre ondate pandemiche. Proprio per evitare il rischio di una nuova catastrofe, Fauci ha proposto di finanziare un programma per sviluppare prototipi di vaccini che proteggano da almeno 20 famiglie di virus, come quello che provoca la febbre di Lassa, o dell’Ebola, o ancora quello del Nipah, altro terribile virus che viene dai pipistrelli. Un progetto però, dai costi molto elevati, che si aggirerebbero su alcuni miliardi di dollari l’anno, con almeno cinque anni di lavoro per arrivare ai primi risultati.

Pfizer e Moderna proseguono gli studi sul vaccino ai bimbi di 5-11 anni. Le ricerche sono state incrementate anche a seguito delle pressioni da parte delle autorità federali. Pfizer ha già fatto sapere che per settembre potrebbero arrivare i primi risultati dello studio per la fascia d’età 5-11 anni. Subito dopo quelli per la fascia 2-5 anni, infine tra ottobre e novembre quelli per i bambini più piccoli, tra sei mesi e due anni.