Usa: studenti in marcia per dire no alle armi

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“Never Again!” scritto sui palmi delle mani rivolte dritte al Campidoglio, sede del Congresso americano. E’ Il grido di aiuto della marea di giovani che ha inondato ieri Washington – 800mila secondo gli organizzatori – per dire basta alla scia di sangue lasciata dalle armi negli Usa. Il giorno di San Valentino a Parkland, in Florida, un 19enne apriva il fuoco alla Marjory Stoneman Douglas High School: 17 le vittime.

La “Marcia per le nostre vite” è stata organizzata dagli studenti sopravvissuti alla strage di San Valentino a Parkland, in Florida. “Noi siamo la generazione del cambiamento”, dice Ann, che viene dalla Pennsylvania, ha 18 anni e sottolinea con orgoglio: “sono già registrata per votare. E sono qui perché da qui parte il cambiamento”.

“Politici rappresentateci o andate via!”. E’ questo l’appello senza mezzi termini che viene dagli studenti sopravvissuti. Cameron Kesky è uno di loro, e il primo a salire sul palco della marcia di Washington. Parla con alle spalle l’immagine imponente del Campidoglio: “Questo è l’inizio” dice, parlando alla folla. “Questo è il giorno in cui comincia un nuovo lucente futuro per gli americani. E se credete che questo sia un buon giorno, aspettate di vedere cosa sarà domani!”. Cameron ha poi ricordato le vittime una per una.

L’evento è stato preparato per settimane da quanti ritengono che la Casa Bianca e il Congresso non abbiano fatto abbastanza per limitare il proliferare delle armi e fermare le stragi; e hanno deciso di scendere in piazza contro la potente National Rifle Association, la lobby delle armi.

L’iniziativa ha raccolto il sostegno di molte celebrità di Hollywood. In prima fila Oprah Winfrey, Justin Bieber, Steven Spielberg e la coppia George e Amal Clooney che hanno anche robustamente finanziato l’organizzazione, donando 500mila dollari. “Mi avete reso nuovamente orgoglioso del mio Paese”: ha scritto l’attore in una lettera agli studenti del liceo di Parkland pubblicata nell’edizione Usa del Guardian.