Agguato a Favara: notte di interrogatori per l’omicidio di Salvatore Lupo, ma mancano testimoni

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Notte di interrogatori nell’agrigentino per far luce sull’omicidio di Salvatore Lupo a Favara. L’ex presidente del Consiglio comunale è stato freddato mentre usciva dal bagno di un bar in via IV Novembre. Il killer avrebbe agito da solo e a volto scoperto intorno alle 18, orario in cui, nonostante fosse Ferragosto, la via era abbastanza frequentata. Tuttavia nessuno sembra aver visto e sentito nulla. Neppure il barista sotto i cui occhi si sarebbe consumato l’omicidio, è riuscito a fornire informazioni utili ad identificare il sicario. Troppo forte lo shock per permettergli di ricordare qualcosa.

Gli inquirenti a questo punto sperano di riuscire a ricavare indizi da alcune videocamere di sorveglianza installate lungo la via. Una cosa per loro è certa: l’omicidio sarebbe stato pianificato. Lupo è arrivato allo Snack American Bar di via IV Novembre con una Porsche Macan. È entrato nel locale e ha chiesto di andare in bagno. Quando è uscito è stato affrontato dal killer, ma non si esclude che un complice fosse in attesa per garantirgli la fuga.

Ma chi era Salvatore Lupo? Titolare di diverse residenze per anziani, aveva avuto dei guai con la giustizia. Nel 2017 era stato arrestato assieme alla moglie. Gli veniva contestato di avere costretto i dipendenti di una cooperativa a consegnargli parte degli stipendi. Un anno prima, era finito sotto processo assieme ad altre persone per una brutta storia di maltrattamenti che avrebbero subito alcuni disabili psichici ospiti di una comunità.

A Favara torna l’ombra di una guerra di mafia. Fino al 2018 si è infatti combattuta una sanguinosa faida per il controllo del traffico di droga che, si è spostata anche in Belgio e cha ha lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue: quattro morti ammazzati e tre agguati falliti. La matrice mafiosa, per il momento è stata però esclusa nelle indagini sull’omicidio di Lupo.

L’appello della sindaca dimissionaria di Favara Anna Alba: “Chiunque avesse visto qualcosa, anche quello che può sembrare un piccolo indizio o un dettaglio insignificante si rivolga, con fiducia estrema, ai carabinieri. E lo faccia, se vuole, anche in forma anonima. Dia la possibilità agli investigatori di procedere celermente nelle indagini e dia la possibilità a questa comunità, che sta facendo tanti sforzi, di non essere etichettata come omertosa”. “Abbiamo sempre chiesto un maggior supporto, una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, – ha aggiunto Alba -ma certamente fatti del genere, che sembrerebbero essere stati pianificati, non si sarebbero potuti evitare. Non potevamo, del resto, avere l’Esercito ad ogni angolo della strada”.