Brandizzo, in Procura arrivate 200 esposti in 9 giorni. Il caposquadra: “Salvo perché ho preso un martello”

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Si cerca di ricostruire perché un treno abbia travolto e ucciso cinque operai mentre lavoravano sui binari a Brandizzo (Torino) e lo si fa anche esaminando i telefoni cellulari di due delle cinque vittime dell’incidente. Nel frattempo, un collega di una delle cinque vittime è stato ascoltato ieri ma già precedentemente aveva detto alla stampa di essersi trovato in pericolo di vita e di essere stato salvato da una persona che si trovava sul posto con lui. A Brandizzo è arrivata inoltre la commissione parlamentare sulle condizioni del lavoro.

Andrea Girardin Gibin, il caposquadra degli operai che stavano lavorando sui binari a Brandizzo quando cinque di loro sono stati uccisi da un treno in corsa, avrebbe raccontato ai suoi amici che è salvo per miracolo: “Stavamo lavorando sui binari. Uno dei ragazzi mi ha chiesto di passargli un martello. Mi sono sollevato e ho fatto due passi. È stato in quel momento che ho visto i fari del treno, d’istinto sono saltato sull’altro binario”. Andrea Girardin Gibin è indagato per omicidio plurimo assieme ad Antonio Massa, il tecnico di Rfi che ha dato il via libera all’inizio dei lavori. “Quei ragazzi non avrebbero dovuto morire così”, avrebbe detto ai suoi contatti dopo aver raccontato il modo in cui si è salvato. I suoi avvocati hanno fatto sapere che non è ancora stato interrogato dai magistrati.

Dopo la tragedia di Brandizzo molti operai si sono sentiti in dovere di denunciare quanto a loro conoscenza e alla Procura sono arrivati oltre duecento esposti in poco più di una settimana firmati da operai, tecnici, saldatori, manutentori delle ferrovie residenti oppure operativi in Piemonte. Nelle denunce sono descritti episodi circostanziati e procedure rischiose delle quali chi ha firmato gli esposti sarebbe stato protagonista o testimone. Molte denunce riguardano situazioni in cui il lavoro sui binari sarebbe stato svolto senza l’autorizzazione a procedere, altre riguarderebbero l’impiego di operai sprovvisti di titoli per poter lavorare. Ma ci sarebbero anche segnalazioni riguardanti capi squadra o tecnici di Rfi assentatisi senza motivo dal luogo in cui avrebbero dovuto essere operativi, oppure che avrebbero dato l’avvio dei lavori in situazioni di pericolo. I magistrati stanno vagliando tutte le segnalazioni.

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