Caro bollette, +30% dei costi di pasta, olio e pomodoro. A rischio la dieta mediterranea

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Gli aumenti del costo dell’energia si ripercuotono inevitabilmente sulle catene di produzione alimentari e dunque sui beni di prima necessità. Se, per esempio, l’incremento della spesa per produrre il grano è del 30 per cento, la pasta sugli scaffali dei supermercati subisce un aumento che oscilla intorno a questa percentuale. Stesso meccanismo per l’olio extravergine di oliva il cui rincaro per la produzione si attesta al 12%, con conseguenze sulla vendita al dettaglio. Si registrano poi ritardi significativi negli accordi di filiera sul prezzo del pomodoro riconosciuto agli agricoltori. Per tutte queste ragioni, gli ingredienti più importanti alla base della dieta mediterranea rischiano una brusca frenata sul fronte dei consumi, il che si traduce in un impoverimento delle tavole degli italiani.

A lanciare l’allarme sulle preoccupanti ripercussioni del caro bolletta sul settore agroalimentare è Coldiretti. I primi a essere colpiti dai rincari energetici sono i produttori di grano che nel 2022 si stima che spenderanno 400 euro in più per ogni ettaro coltivato. Ma secondo l’analisi condotta dall’associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana, sui dati del Consorzio olivicolo italiano, sono in gran difficoltà anche i produttori di olio extravergine d’oliva sui quali si abbattono rincari per un aumento totale del 12% dei costi medi di produzione. A impattare fortemente sono il prezzo del carburante, raddoppiato in pochi mesi, il costo dell’energia e i rincari di vetro (+15%) e carta (+70%) necessari per imbottigliamento e confezionamento.

Situazione complicata anche sul fronte del pomodoro e della produzione di polpe, passate e sughi. In questo caso pesano, invece, i ritardi nella definizione di un accordo quadro per il 2022 fra produttori e industriali. “Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione – dice  il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – così da garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle, anche combattendo le pratiche sleali, nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione”. Coldiretti evidenza infine quanto sia di fondamentale importanza prevedere risorse per sostenere il settore.