Condannato l’ex carabiniere accusato di stupro a Firenze. Vittime due studentesse Usa

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Condannato a 5 anni e 6 mesi, dal tribunale di Firenze, l’ex carabiniere Pietro Costa, uno dei due militari accusati di violenza sessuale per aver abusato di due studentesse americane dopo averle riaccompagnate a casa dalla discoteca con l’auto di servizio, nel 2017.

Costa è stato condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al risarcimento dei danni verso le parti civili, con una provvisionale di 30mila euro a favore della vittima e di 10mila a favore rispettivamente di Comune di Firenze, ministero della difesa e Arma dei carabinieri. Il collega di pattuglia, l’ex appuntato Marco Camuffo, era già stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione in rito abbreviato l’11 ottobre 2018.

A far scattare le indagini fu la denuncia fatta subito dalle due studentesse statunitensi. Raccontarono di aver incontrato in una discoteca i due militari che poi si offrirono di accompagnarle a casa con l’auto di servizio. All’arrivo i carabinieri entrarono con loro nel palazzo. Poi, nel vano scale e nell’ascensore, sarebbero avvenuti gli abusi. Nell’interrogatorio davanti al pm, i due carabinieri hanno affermato che sarebbero state le ragazze a prendere l’iniziativa, e di non essersi accorti, che erano ubriache.

Per l’episodio Costa e Camuffo sono stati entrambi destituiti in via definitiva dall’Arma dei carabinieri nel maggio 2018 al termine di un’indagine disciplinare che aveva portato subito alla loro sospensione e al dimezzamento dello stipendio.

Tuttavia su questa sentenza contro Pietro Costa pende però una decisione attesa dalla Cassazione, che l’8 aprile dovrà pronunciarsi sulla richiesta di ricusazione del presidente del collegio del tribunale di Firenze.

La ricusazione è stata avanzata dalla difesa di Costa riguardo al presidente, giudice Marco Bouchard, per un suo incarico del passato al vertice di Rete Dafne Italia, onlus con rapporti col Comune di Firenze, ente parte civile in questo processo. Se fosse accolta, la sentenza verrebbe annullata e il processo sarebbe da rifare.