È morto don Antonio Riboldi, prete dei terremotati e vescovo anticlan

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra (Napoli) che si fece voce dei terremotati del Bèlice, in Sicilia, che vivevano al freddo nelle baracche e che fu pastore in terra di camorra, è morto a Stresa, in Piemonte.

Si è spento all’alba, a 94 anni, nella casa dei rosminiani  (ordine del quale faceva parte) dove si trovava dalla scorsa estate.

A darne l’annuncio la Curia di Acerra in una nota:
“Il ritorno di monsignor Antonio Riboldi alla Casa del Padre genera umana malinconia nel cuore dei fedeli dell’intera diocesi di Acerra, il cui vescovo, Antonio Di Donna, il vescovo emerito, Giovanni Rinaldi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose con animo commosso ricordano la figura e l’opera di Riboldi e rendono grazie a Dio che in un periodo difficile della sua storia ha affidato la diocesi all’amorevole cura di tal grande Pastore”.

“Profondo, indelebile è il legame che unisce la Chiesa acerrana al suo ‘don Antonio’, tanto da associare ancora oggi la città al nome del suo vescovo emerito. Legame rimasto tale anche dopo la rinuncia del presule all’esercizio episcopale per limiti di età nel dicembre del 1999, tanto da scegliere di rimanere a vivere in città continuando a celebrare Messa nella Chiesa dell’Annunziata, e da dichiarare più volte pubblicamente la volontà di essere seppellito in Cattedrale”, si ricorda ancora.

“I nostri contatti erano costanti e fino a quando le forze glielo hanno consentito ha celebrato spesso la Messa domenicale in Cattedrale seguendo sempre con vivo interesse la vita della diocesi e chiamandomi personalmente nei momenti importanti di questa Chiesa locale”, spiega il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna.