Grillo e la difesa del figlio accusato di stupro: la politica e i genitori della vittima insorgono

Dure reazioni del mondo politico dopo la diffusione del video registrato ieri da Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro, indagato per stupro di gruppo insieme a tre amici. Un video definito “scandaloso” dalla capogruppo di Italia viva alla Camera Maria Elena Boschi che ha accusato il garante del M5S di “fare un torto alle donne vittime di violenza“, quando rimarca il fatto che la ragazza,  “ci ha messo otto giorni a denunciare”. Matteo Salvini lo ha invece tacciato di “garantismo a giorni alterni”. “Il sabato Salvini è colpevole, il lunedì suo figlio è innocente” ha twittato il leader della Lega.
 
Le parole di Grillo sono state definite “sconcertanti” dalla presidente Pd Valentina Cuppi secondo la quale “chi denuncia un reato di violenza sessuale non può e non deve esser fatto passare per colpevole, per nessuna ragione al mondo”.  Anche il tweet della capogruppo dem alla Camera Debora Serracchiani è chiaro: “Non c’è amarezza di padre che tenga”. “Soprattutto se sei influente –  sottolinea – non alzi il velo del sospetto sui giudici e non getti l’ombra della colpa su una ragazza che ha denunciato lo stupro”. Per i pentastellati è intervenuto il capo politico reggente Vito Crimi: “Siamo vicini al dramma di Grillo. Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura, che accerterà la verità“. Ma ha aggiunto: “No ai sensazionalismi”.

Non si è fatta attendere la reazione dei genitori della ragazza che ha denunciato la violenza. “Siamo distrutti –  scrivono in una nota diffusa dalla loro legale Giulia Bongiorno -. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante”.
 
I fatti contestati risalgono al luglio 2019 quando i quattro giovani accusati si trovavano in vacanza in Costa Smeralda. La vittima, una giovane italo-svedese, ha raccontato di aver raggiunto la villa di Grillo, insieme ai ragazzi, dopo aver trascorso una serata al Billionaire. Proprio a casa del figlio del garante del M5s sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali di gruppo. I quattro indagati, ascoltati nei giorni scorsi, si sono dichiarati innocenti parlando di “rapporti consenzienti”. Entro fine mese i pm dovranno decidere se chiedere il rinvio a giudizio.