L’Italia perde il suo “maestro” della satira, addio a Giorgio Forattini

Si è spento all’età di 94 anni Giorgio Forattini, uno dei più grandi maestri della satira politica del Novecento. Con il suo tratto ironico e inconfondibile, ha saputo raccontare mezzo secolo di storia nazionale, ridisegnando con sarcasmo i volti del potere.
Nato nel 1931 a Roma, ha lavorato per Panorama, Repubblica, ha diretto Il Male e creato illustrazioni per La Stampa, Il Giornale, primo a dare la notizia del decesso e QN.
Forattini è stato un grandissimo disegnatore, vignettista e giornalista, che ha raccontato l’Italia per decenni attraverso la sua inconfondibile satira e le sue vignette, che sono diventate un appuntamento quotidiano per milioni di lettori. La vignetta più celebre rimane quella che fece nel 1974 in occasione della vittoria dei no al referendum sul divorzio: rappresentava una bottiglia di spumante su cui era scritto ‘No’ che si stappava lanciando in aria un tappo che aveva le fattezze di Amintore Fanfani. Capace di leggere l’attualità e di creare metafore visive potenti e immediate che catturavano l’essenza degli eventi, ha immortalato i vizi e le virtù dei leader politici italiani, creando icone visive.
Con le sue 14mila vignette ha castigato 50 anni di Italia, trasformando gli esponenti politici di primo piano nelle figure di una grande sceneggiata nazionale. Forattini ha documentato momenti cruciali della vita pubblica italiana, dal terrorismo politico degli Anni di Piombo alle stragi di mafia fino all’inchiesta di Mani Pulite che ad inizio anni Novanta ha segnato il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Per “graffiate” incentrate sugli scandali politici non sono mancate querele come quella che l’allora premier Massimo D’Alema sporse per una vignetta sul “caso Mitrokin” e la fuga di documenti riservati dall’ex Kgb sovietico.