Centinaia di migliaia i piazza per Gaza: bloccati, porti, strade e stazioni. Scontri a Milano

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Roma

Manifestazioni pro-Gaza in 75 città oggi in Italia e trasporti nel caos per blocchi e presidi: in atto occupazioni di linee ferroviarie, strade e porti al grido “Dai porti agli atenei, blocchiamo tutto”. Dopo l’agitazione del 19 settembre scorso, scatta la seconda giornata di protesta nazionale di 24 ore indetta da Usb e dai sindacati di base, con lo sciopero generale di oggi (lunedì 22 settembre) che coinvolge tutti i settori pubblici e privati per l’intera giornata lavorativa.

Decine di migliaia le persone in piazza in ogni città: manifestanti hanno bloccato il porto di Genova e quello di Livorno. Caos alla stazione Termini di Roma, binari bloccati anche a Torino e proteste sulla superstrada Firenze-Pisa-Livorno. A Napoli occupati i binari della stazione centrale, mentre a Palermo un flusso ininterrotto di persone ha marciato dal Teatro Massimo fino al porto. A Bologna migliaia di manifestanti hanno bloccato la tangenziale. A Milano, violenti scontri dentro e fuori la Stazione Centrale: manifestanti provenienti dal corteo pro-Palestina hanno lanciano oggetti verso le forze dell’ordine, che li respingono con cariche e fumogeni. Danneggiate alcune vetrine: la polizia ha bloccato tutti gli accessi. Idranti in azione anche a Venezia, dove migliaia di manifestanti giunti da tutto il Veneto hanno tentato di bloccare porto Marghera.

Bruciate bandiere israeliane e americane. La protesta indetta dai sindacati di base è “contro il genocidio in Palestina e la fornitura di armi ad Israele” ma anche contro “l’economia di guerra e l’aumento delle spese militari” e “lo sfruttamento sul lavoro”. Lo sciopero, oltre a interessare i settori scolastici, dell’istruzione e della ricerca, coinvolgerà gran parte del comparto dei trasporti.

Stando a quanto comunicato, quella di oggi “sarà una giornata di mobilitazione senza precedenti”. Si legge in una nota dell’Usb, il quale precisa che “Ci aspettiamo una partecipazione nell’ordine delle decine di migliaia di persone: nel Paese si sente con forza la necessità di bloccare le attività, per protestare contro il genocidio incorso a Gaza, contro le complicità del governo Meloni con lo stato di Israele, per fermare guerra e corsa al riarmo”.