Mestre, emerge un dossier del 2017: “Quel guard rail va cambiato”

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Emergono nuovi dettagli dalle indagini sull’incidente del bus a Mestre caduto dal cavalcavia lo scorso 3 ottobre e costato la vita a 21 persone. Secondo alcune anticipazioni del Corriere della Sera, un dossier redatto nel 2017 segnalava già la necessità di sostituire i guard rail su entrambi i sensi di marcia. I tecnici facevano riferimento a una raccomandazione dell’Ue approvata nel 2012 che prevede criteri unici per tutti gli Stati membri, tra cui “l’innalzamento e l’ispessimento dei parapetti sulle strade ad alta circolazione”. Erano stati osservati anche casi di “ammaloramento delle fasce metalliche dovuto agli effetti degli agenti aggressivi esterni”. In particolare si sottolineava l’esigenza di una manutenzione straordinaria. E la perizia disposta dalla Procura si concentra proprio sul “buco” di due metri dove poi il bus è precipitato. Secondo i rilievi effettuati, il pullman elettrico avrebbe urtato contro il guard rail ben 27 volte a partire da circa 20 metri prima del varco. A terra sono visibili i segni del 27esimo urto, l’ultimo rilevato dei tecnici prima del crollo delle protezioni.

Il procuratore Bruno Cherchi ha già annunciato che nei prossimi giorni affiderà una consulenza a tecnici esperti per ricostruire storia e caratteristiche della barriera del cavalcavia della Vempa.

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: “Il cavalcavia è un’infrastruttura degli Anni Sessanta passata al Comune una quindicina di anni fa. Noi abbiamo fatto le manutenzioni che la legge ci consentiva di fare. E non potevamo cambiare il guardrail perchè serviva un progetto unitario, che è stato approvato l’anno scorso e per cui abbiamo stanziato oltre sei milioni di euro anche di fondi Pnrr e i cui cantieri sono già in corso”.