Morti sospette a Piombino: il pm chiede lʼergastolo per l’infermiera Fausta Bonino

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E’ scoppiata in lacrime, in aula, dopo che il pm Massimo Mannucci ha chiesto la pena dell’ergastolo nell’udienza col rito abbreviato per Fausta Bonino, infermiera 57enne accusata dalla procura di Livorno di omicidio volontario plurimo per le morti sospette di 10 pazienti avvenute nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Piombino tra il 2014 e il 2015.

“L’unica cosa che posso dire è che non ho fatto nulla” ha gridato la donna “sono cose che non ho mai fatto, è stata dura ascoltarlo” ha poi continuato la Bonino all’uscita dall’aula. “Io mi sono sempre comportata bene, è impossibile che sia finita in questo incubo” così ancora la donna.

Secondo l’accusa invece quelle morti sospette furono causate dall’utilizzo, “deliberato e fuori dalle terapie prescritte” di eparina in dosi massicce, tanto da provocare morti per “emorragie improvvise” nei pazienti. “È successo quello che ci aspettavamo – ha commentato l’avvocato Cesarina Barghini – ma noi abbiamo i margini per rispondere”. L’arringa della difesa è fissata per l’udienza del 22 marzo, mentre il 5 aprile sono in programma le eventuali repliche e la sentenza che metterà un primo punto fermo in questa intricata vicenda giudiziaria.

Lo scorso 18 gennaio il gup di Livorno, nell’accogliere la richiesta di giudizio abbreviato per l’infermiera, aveva deciso invece il rinvio a giudizio per Michele Casalis, primario del reparto di rianimazione di Piombino, accusato di omicidio colposo plurimo.

In sostanza, gli vengono contestate negligenza, imperizia e violazione dei protocolli terapeutici.