Nuove norme contro il telemarketing selvaggio

A partire dall’inizio del nuovo anno, basterà uno sguardo allo schermo per capire se chi chiama è davvero l’azienda che dice di essere: se comparirà un numero a tre cifre, vorrà dire che dall’altra parte c’è davvero la nostra banca, l’assicurazione o il gestore telefonico. I numeri brevi, già utilizzati per l’assistenza clienti o i servizi gratuiti, potranno finalmente comparire come identificativo del chiamante anche per le telefonate in uscita e per i messaggi. Un dettaglio tecnico che si traduce in maggiore trasparenza e più tutele per i consumatori. Anche perché i numeri brevi non sono replicabili dall’estero, un elemento che riduce drasticamente il rischio di impersonificazione.
La commissaria Agcom Laura Aria spiega: “Oggi questi numeri possono solo ricevere chiamate, non mostrarle in uscita. È un limite che ha generato confusione e favorito truffe”. Ma il percorso è già partito: il 17 dicembre scorso, infatti, l’Agcom ha aperto una consultazione pubblica di 45 giorni per raccogliere osservazioni da operatori e soggetti interessati. Già dai primi mesi del 2026, le aziende potranno utilizzare i numeri brevi loro assegnati come vero e proprio “marchio” telefonico, richiedendone anche di nuovi.