Presunto dossieraggio: Nordio chiede una Commissione d’inchiesta

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L’inchiesta della Procura di Perugia sul presunto dossieraggio ai danni di politici e personaggi pubblici continua ad infiammare le polemiche. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ritiene che a questo punto si debba  riflettere sulla necessità di istituire “una Commissione parlamentare d’Inchiesta con potere inquirente per analizzare una volta per tutte questa deviazione, che già si era rivelata gravissima ai tempi dello scandalo Palamara e che adesso secondo le parole di Cantone, è diventata ancora più seria”.

In commissione parlamentare Antimafia il procuratore Raffaele Cantone, titolare dell’ufficio umbro, ha infatti svelato la portata dell’indagine e ha snocciolato i numeri di una mole che definisce “mostruosa” ed “inquietante”: una sorta di “verminaio”. Partendo dagli accessi del tenente Pasquale Striano, l’uomo al centro dell’inchiesta sui presunti dossieraggi, emerge che in quasi quattro anni all’interno della banca dati Siva, ha consultato 4.124 ‘Sos’, digitando il nominativo di 1.531 persone. Se a questi numeri si aggiungono delle consultazioni presso le altre banche dati, si arriva ad oltre diecimila accessi, ma il numero secondo Cantone “è destinato a crescere ulteriormente in modo significativo”.

Lo stesso Cantone ha poi espresso preoccupazione per la vulnerabilità di diverse banche dati che potrebbero esporre al rischio la sicurezza nazionale. Non a caso è in corso una riflessione a cui potrebbe contribuire anche il Copasir, al fine di definire una revisione delle procedure di gestione ed accesso al materiale sensibile. Sebbene non ci siano elementi che Striano abbia avuto rapporti con 007 di altri Paesi o soggetti all’estero, non si può escludere il rischio che la diffusione di file riservati metta a repentaglio la sicurezza dello Stato.

Nel frattempo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto sapere di aver sentito il presidente del Copasir Lorenzo Guerini e la presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo e di aver “dato loro la piena disponibilità per un’audizione in relazione al caso dossier generato da un mio esposto”. “Ringrazio il dott. Cantone per le parole di gratitudine che ha voluto usare nei miei confronti. Ritengo di aver fatto solo il mio dovere di cittadino e a tutela delle Istituzioni che oggi rappresento”, ha aggiunto Crosetto.

I riflettori sono ora puntati sull’eventuale rete del militare, indagato assieme al sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati. Secondo il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, Striano non avrebbe agito da solo. Il titolare dell’inchiesta è inoltre convinto che il mercato delle Segnalazioni di operazioni sospette, le cosiddette ‘Sos’ “non si è affatto fermato” e per questo è stato aperto un altro filone d’inchiesta che potrebbe ulteriormente allargare il dossier gate, già trasmesso ai pm di Roma.