Psichiatra aggredita, è morte cerebrale. Arrestato l’aggressore

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

È stato disposto l’accertamento della morte cerebrale della dottoressa Barbara Capovani, la psichiatra di 55 anni aggredita e ridotta in fin di vita lo scorso venerdì pomeriggio, mentre usciva dall’ospedale Santa Chiara di Pisa. A ridurla così è stato un ex paziente psichiatrico di 35 anni, arrestato la scorsa notte dalla polizia. Secondo gli inquirenti, Gianluca Paul Seung, questo il suo nome, “nutriva forti rancori nei confronti della dottoressa Capovani che in passato lo aveva avuto in cura”. Ora dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio premeditato.

L’ultimo bollettino medico a proposito delle condizioni di salute della donna è arrivato nel pomeriggio di domenica. “Intorno alle 17.40, al termine della verifica di tutti gli esami clinici e strumentali necessari, la commissione di specialisti ha disposto sulla paziente l’inizio della procedura di accertamento di morte cerebrale la cui conclusione è prevista intorno alle 23.40”, si legge nella nota congiunta dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e della Azienda Usl Toscana Nord Ovest. Alla fine di questo periodo di osservazione si procederà alla donazione degli organi, “assecondando in questo modo una sua espressa volontà che i familiari hanno condiviso”.

Nonostante il tempestivo intervento chirurgico, infatti, le condizioni della psichiatra 55enne sono apparse subito disperate, tanto che l’equipe medica che ha preso in carico il difficile caso ha parlato di un quadro clinico di “estrema gravità”. La dottoressa era rimasta sempre in coma dopo l’operazione. Quanto al suo aggressore, secondo le indagini della Procura pisana, era stato collocato in cura presso il Servizio psichiatrico di Pisa nel 2019, anno in cui ha conosciuto la dottoressa Capovani. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Seung avrebbe tentato l’agguato già il giorno precedente all’atto criminale ma la psichiatra quel giorno non era in ospedale.

Dalle indagini è infatti emerso che anche il giorno prima l’uomo era vestito con abiti scuri, coperto da cappello e mascherina e aveva in spalla uno zaino. Per questo la Procura contesta a Seung “l’aggravante della premeditazione” , in ragione del fatto che “il giorno prima, l’autore avesse tentato di rintracciare la vittima indossando un abbigliamento allo scopo di celare la propria identità, ma anche che avesse portato diversi capi di abbigliamento, contenuti verosimilmente all’interno di uno zaino che portava in spalla, così come l’arma del delitto, allo scopo di garantirsi la fuga senza destare sospetti”.

Il giorno dopo Seung è purtroppo tornato all’ospedale Santa Chiara e questa volta, riportano gli investigatori, è riuscito a portare “a compimento il proprio intento criminale, colpendo con un oggetto contundente ripetutamente al cranio la vittima, cogliendola di sorpresa alle spalle, mentre era chinata sulla propria bicicletta per rimuoverne il lucchetto e andare via alla fine del proprio turno di lavoro”. La polizia è andata a casa di Seung la scorsa notte, ma l’uomo si è barricato dentro e così è scattata l’irruzione degli agenti che hanno sequestrato una balestra, indumenti, oggetti, cellulare e pc dell’indagato che ora si trova nel carcere Don Bosco di Pisa.