Tangenti e arresti in Lombardia, il governatore Fontana indagato per abuso d’ufficio

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Abuso d’ufficio. E’ il reato contestato ad Attilio Fontana, governatore della Regione Lombardia nell’ambito della maxi inchiesta della Dda di Milano, che ieri ha portato a 43 misure cautelari  per tangenti in Lombardia e in Piemonte.

La procura gli ha inviato un invito a comparire. L’episodio contestato è quello la nomina del suo ‘socio di studio’ Luca Marsico a un incarico in Regione Lombardia. Marsico era stato candidato alle Regionali ma non eletto, così Gioacchino Caianello, ex coordinatore di Forza Italia a Varese arrestato, si sarebbe speso per ‘ricollocarlo’, proponendo a Fontana di nominare una terza persona alla Direzione formazione della Regione in cambio di consulenze a Marsico. Fontana aveva declinato la proposta, pur senza denunciarla (ed ecco perché risultava ‘parte offesa’ in un tentativo di istigazione alla corruzione) ma successivamente il governatore avrebbe proposto autonomamente alla giunta regionale di nominare Marsico tra i membri esterni di un ‘Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici’, un incarico che frutta 11.500 euro l’anno e 180 euro a seduta.

Nessun commento da parte di Attilio Fontana dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati. “Parlerò con chi di dovere, ora non dico nulla, non ho informazioni in merito”. Per oggi non è previsto alcun impegno pubblico per il presidente della Regione Lombardia.

Arriva invece all’Ansa la replica di Marsico. “Fontana è stato il mio ‘maestro’ sin da quando ho iniziato a lavorare nel suo studio, nel 1992. Credo di essere un buon avvocato, per questo ho ottenuto l’incarico e non per l’amicizia con il governatore”,  Il legale ha spiegato di essere stato sentito come “persona informata sui fatti ieri pomeriggio”.