Torino, Corte d’Appello conferma che l’ uso prolungato del cellulare può causare il tumore alla testa

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A conferma della sentenza di primo grado emessa nel 2017, sul caso sollevato da un dipendente Telecom Italia, Roberto Romeo, colpito da neurinoma del nervo acustico, la Corte d’Appello di Torino sostiene che l’uso prolungato del telefono cellulare può causare tumori alla testa. In estate, invece, un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, Arpa Piemonte, Enea e Cnr-Irea non aveva dato conferme all’aumento di neoplasie legato all’uso del cellulare.

La sentenza della Corte d’Appello di Torino condanna l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale al lavoratore Roberto Romeo. Per i giudici c’e’ un nesso con l’utilizzo frequente del telefono da parte del lavoratore, anche quattro o cinque ore al giorno.

Gli avvocati Stefano Bertone e Renato Ambrosio spiegano: “si tratta di una sentenza storica, come lo era stata quella di Ivrea, la prima al mondo a confermare il nesso causa-effetto tra il tumore e l’uso del cellulare”. Gli stessi aggiungono: “La nostra è una battaglia di sensibilizzazione. Manca informazione, eppure è una questione che interessa la salute dei cittadini.  Basta usare il cellulare 30 minuti al giorno per otto anni per essere a rischio”.

“Sulle scatole dei cellulari – commenta Romeo – bisognerebbe scrivere: ‘Se non usato correttamente, nuoce gravemente alla salute’. Ecco cosa servirebbe. La sentenza di oggi contribuisce all’informazione sul tema e la questione riguarda anche i bambini, che sempre più utilizzano i cellulari. Lo Stato non sta informando, anzi”.