Lutto nel mondo dello sport: Davide Rebellin travolto e ucciso da un tir. Si cerca l’autista

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Una tragedia che sconvolge il mondo dello sport e non solo, Davide Rebellin 51enne di Lonigo è stato travolto e ucciso da un mezzo pesante a Montebello Vicentino attorno alle 12 di oggi, 30 novembre. Per l’ex professionista, ritiratosi dalle corse meno di due mesi fa, non c’è stato nulla da fare e al momento dell’arrivo del Suem era già privo di vita, il personale medico non ha potuto che constatarne il decesso. Il mezzo pesante, autore dell’investimento, non si è fermato proseguendo la propria corsa.

Al momento non sono rese note le cause dell’incidente, ma da una prima ricostruzione sembra che il tir fosse appena uscito dal vicino casello autostradale e, imboccando la rotatoria nella Regionale 11, all’altezza del ristorante La Padana, non si sia fermato in tempo, mentre era in transito Rebellin. La bici del campione di ciclismo è rimasta accartocciata sull’asfalto, poco più in là il corpo esanime di Rebellin. A riconoscerlo, il fratello, che saputo dell’incidente, forse per un presentimento, si è recato sul posto e ha capito dalla bici che si trattava del fratello.

Il luogo del fatale incidente a Davide Rebellin

Professionista dal 1992 al 2022, è stato uno specialista delle classiche, in carriera ha vinto un’edizione dell’Amstel Gold Race nel 2004, tre della Freccia Vallone nel 2004, 2007 e 2009 e una della Liegi-Bastogne-Liegi nel 2004. Nel ricco palmares del campione vicentino anche  una tappa al Giro d’Italia. Ha concluso l’attività agonistica il 16 ottobre scorso correndo sulle strade di casa alla Veneto Classic.
La tragedia che ha colpito Davide Rebellin riporta alla mente un altro grave fatto di cronaca, il 22 aprile del 2017 lo stesso atroce destino capitò a Michele Scarponi professionista in forza al team Astana. Mentre si allenava sulle strade di Filottrano, sua città di residenza, in vista del Giro d’Italia fu anch’esso investito, morendo sul colpo.

In poche ore sono già molti i messaggi di cordoglio rivolti all’ex professionista, Davide Cassani che ha ricoperto le vesti di Ct della Nazionale ed è stato suo collega in bici lo ricorda così: “Aveva appena smesso. Aveva detto che avrebbe avuto ancora la forza per correre ma che a 51 anni gli sembrava decoroso appendere la bici al chiodo. Non ne ha avuto il tempo. Mi viene da dire: ma se davvero avesse, almeno per qualche mese, appeso la bici al chiodo ora non saremmo qui a piangerlo. Leggere pochi minuti fa della scomparsa di Davide Rebellin mi ha gettato nella tristezza più totale. Perché lui era la passione per il ciclismo fatta a persona, lui era un ragazzo buono, gentile, silenzioso che a dispetto di tutto e tutti faceva quello che piu amava, correre in bicicletta. Mi verrebbe da dire che è morto da eroe, che è morto esattamente la dove aveva cominciato a vivere la sua seconda vita. Ma un camion gli ha tolto questa opportunità e non ci resta che piangere ancora una volta, uno di noi. Il destino è davvero crudele”.

Queste invece le parole del Governatore del Veneto Luca Zaia: “Con Davide Rebellin il ciclismo veneto perde una delle sue figure storiche, un esempio di atleta e di uomo andato ben oltre la sua pur strepitosa carriera agonistica. Spero che il suo esempio di passione possa essere seguito dai ragazzi che, a vario livello, si cimentano con lo sport del pedale. Lo sport veneto per antonomasia. Il dramma di Davide – aggiunge il Governatore – lascia un segno profondo in tutti noi, in chi ama lo sport, in chi ha visto in lui il campione da sostenere sempre e comunque. Alla sua famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene rivolgo le mie più sentite condoglianze. “Rebellin – conclude Zaia – nonostante i suoi 51 anni si era ritirato da poco dal professionismo, esempio più unico che raro di longevità. Anche così ci ha dato il segno del suo immenso amore per quella bicicletta con la quale ha scritto pagine indimenticabili del ciclismo internazionale, nazionale e veneto”.

Anche il Presidente della Provincia di Vicenza Francesco Rucco ha voluto esprimere il proprio pensiero per la prematura scomparsa del ciclista vicentino: “Un campione dello sport -ha detto Rucco- protagonista della storia del ciclismo italiano e internazionale. Ma anche un campione di forza e perseveranza. Dal 1992, anno in cui è diventato professionista, non ha mai smesso di correre e di vincere, dimostrando cosa sia la passione per la bicicletta, con una tenacia e una determinazione che gli ha fatto superare anche i momenti difficili e che lo ha tenuto sulla bicicletta da professionista fino a oltre i 50 anni”. “Con Rebellin se ne va un simbolo del ciclismo – ha concluso Rucco – uno sport a cui i vicentini e i veneti sono particolarmente legati, uno sport che non fa sconti perché significa fatica e sudore, sacrificio e impegno. Abbiamo applaudito Rebellin e lo abbiamo sostenuto per tanti anni, ora ci stringiamo alla sua famiglia e ai suoi cari, rivolgendo loro le condoglianze dell’Istituzione che rappresento e dei tanti vicentini che lo hanno conosciuto e amato”.

“Non ho parole.Ho visto la tua ultima gara, due giorni fa a Montecarlo. Ero con te la sera al Gala di beneficenza. Domenica eri con noi e oggi non ci sei più.Sembra a causa di un autista distratto. Distratto. Distratto.tu sei morto.Non ho parole” ha scritto sui social l’ex campionessa vicentina Alessandra Cappellotto.