Spettacolando – Zucchero, quanto ci sei mancato!

Sabato 28 giugno, Zucchero “Sugar” Fornaciari ha infiammato un già caldissimo Stadio Euganeo di Padova con il suo “Overdose d’Amore World Tour”, regalando quasi tre ore di pura energia e intensità sonora. A tal proposito, un giusto plauso: onore agli organizzatori e ai tecnici del suono per montaggio e funzionamento di un impianto davvero pazzesco!

L’artista emiliano, quasi settantenne  – e più in forma di quando di anni ne aveva quaranta –  è salito sul palco con l’iconico cappello, marchio di fabbrica che lo rende un tutt’uno col personaggio. Sugar arriva sorridente, concentrato, inizia a cantare con la chitarra in spalla, e bum! Il tempo si ferma e noi catapultati di botto nella magia negli anni ’90. Nel corpo e nello spirito.
La scaletta prevedeva gli storici brani tratti dalla sua lunga carriera, intervallati da alcuni inediti : ha aperto con “Spirito nel buio”, un inno di unità e speranza, seguito da “Soul Mama” e dal celebre “Il mare impetuoso al tramonto…”, tratto dall’album cult Oro, incenso e birra (1989). Ci ritroviamo a cantare come ipnotizzati e a sorridere (amaramente) su testi che al tempo non capivamo benissimo e adesso purtroppo sì.

E’ un concerto da seduti, quasi da ascolto, ma dopo dieci minuti siamo tutti in piedi e su “Partigiano reggiano” e “Vedo nero” esplode la voglia di ballare e cantare ( e di libertà) : è un moto spontaneo e al sentire certe parole scandite nel cielo capiamo di averne bisogno. Il tempi sono duri, cupi e non c’è artista di livello che scelga la neutralità come spesso succedeva in passato, quando schierarsi era considerato fuori luogo, inopportuno. Siamo ad un concerto per divertirci e rilassarsi, se volevo un comizio politico andavo da un’altra parte. I tempi sono diversi: ciò che è giusto e soprattutto ciò che è sbagliato, abbiamo imparato a vederlo con chiarezza e non ci nascondiamo più. Chi ha più visibilità sente il dovere di gridarlo dal palco e Zucchero lo fa senza giri di parole mentre ci accorgiamo che i gridi d’allarme – lui – li aveva lanciati trent’anni fa.

Il tempo per divertici lo abbiamo tutto comunque: dopo il momento adrenalinico iniziale, il concerto ha virato sulle ballate: “Un soffio caldo”, “Miserere” (con Pavarotti a duettare dal maxischermo), “Dune Mosse” e “Diamante” tutti immersi in un’atmosfera intima e sospesa. 25 mila voci che cantano fanno questo ed altro.
Zucchero canta tutto quello che deve cantare e parla molto: dal matrimonio di Bezos a come sono nate alcune sue canzoni. Ha bisogno di sentirlo vicino il suo pubblico ma non è ruffianeria: è come se cercasse approvazione o semplicemente affetto. Come se non avesse il coraggio di far scendere una lacrima e gridare, guardando in faccia ognuno di noi: ho bisogno d’amore, per Dio!!!
E’ come se ci avesse ricordato che è così anche per noi, e non c’è nulla di male a dirlo. Anzi, ci vuole del sano coraggio. Grazie Sugar, ci sei mancato.

Paolo Tedeschi

Ps: Zucchero ha cantato con Pavarotti, i Coldplay, Sting, Joe Cocker: ecco, forse per questo si merita una band pazzesca! Bravi bravi bravi!

 

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