Fmi, previsioni fosche sull’economia globale: “Il peggio deve ancora arrivare”

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“Il peggio deve ancora arrivare”, parola del Fondo Monetario Internazionale secondo cui “nubi tempestose si addensano” sull’economia globale, con pesanti rischi al ribasso. Confermata la crescita del 3,2% quest’anno, ma è stata rivista al ribasso, al 2,7%, quella del 2023. Per molti Paesi l’anno prossimo sarà targato con il bollino delle ‘Recessione’ . Tra questi c’è l’Italia

Per il nostro Paese, il Fondo prevede un calo del Pil dello 0,2% nel 2023, con una revisione al ribasso di quasi un punto percentuale rispetto allo 0,7% stimato a luglio. Per il 2022, invece, la crescita dovrebbe attestarsi al 3,2%, lo 0,2% in più rispetto a luglio, grazie alla ripresa in particolare dei settori del turismo e della produzione industriale. In calo, ma stabile il debito pubblico, ancorato attorno al 147% nel 2022 e nel 2023, mentre era al 151% nel 2021. Le previsioni stimano invece il deficit al 5,4% per quest’anno e al 3,9% per il 2023.

Situazione per niente rosea per la Germania. La contrazione del Pil nel 2023 sarà dello 0,3%, contro una crescita dello 0,8% stimata a luglio. Quest’anno invece, il Pil tedesco salirà del’1,5%.

Rallentamento dell’economia anche nel Regno Unito: la crescita, prevista al 3,6% nel 2022, si trasformerà in quasi stagnazione nel 2023 (0,3%).

Oltreoceano, anche la crescita negli Stati Uniti dovrebbe diminuire dal 5,7% del 2021 all’1,6% di quest’anno e fermarsi all’1% nel 2023. Il reddito reale disponibile continua a scendere, frenando la domanda dei consumatori.

Più stabile la situazione in Giappone: prevista una crescita del Pil intorno all’1,7% quest’anno e all’1,6% nel 2023, senza grandi scostamenti rispetto alle previsioni di luglio.

L’India si conferma tra le big economy a più rapida crescita, anche se con una forte correzione al ribasso rispetto alle stime di luglio: nel 2022, il Pil salirà del 6,8% (-0,6%), seguito dal 6,1% atteso per il 2023.

Cala invece la crescita in Cina: nel 2022 è pari al 3,2%, la più bassa in più di quattro decenni (esclusa la crisi del 2020 per Covid), per effetto dei focolai pandemici e della dura politica di contrasto adottata, insieme alle difficoltà del mercato immobiliare. Nel 2023, però, ci sarà un rimbalzo del 4,4%.

Migliorano le stime del Fondo sull’economia Russa: all’inizio dell’invasione dell’Ucraina, si ipotizzavano crolli del Pil prossimi ai dieci punti percentuali. Invece quest’anno, la contrazione sarà appena del 3,4%, seguita da un ulteriore calo del 2,3% nel 2023.

Si conferma invece gravissima la situazione dell’Ucraina, che quest’anno vedrà il Pil sprofondare del 35% e l’Fmi non azzarda previsioni per il 2023.