ArcelorMittal avverte che senza protezione legale l’ex Ilva chiuderà a settembre

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In assenza di una soluzione al problema della protezione legale, l’ex stabilimento Ilva di Taranto chiuderà il 6 settembre, quando entrerà in vigore la legge che ha abolito l’immunità, ha confermato l’ad di ArcelorMittal Europa, Geert Van Poelvoorde: “Il governo continua a dirci che troverà una soluzione, ma finora non c’è niente”.

Da luglio dovrebbe intanto scattare la cassa integrazione, che coinvolgerà 1.395 dipendenti per 13 settimane. Lo rendono noto Fim, Fiom e Uilm che hanno inviato un comunicato all’Ad Matthieu Jehl e al responsabile della Risorse Umane Annalisa Pasquini definendo “irresponsabile” l’atteggiamento dell’azienda.

Intanto è stato fissato per il 4 luglio un incontro tra Di Maio e la ArcelorMittal.

“Noi non siamo in conflitto con il governo, non sappiamo perché faccia quello che fa, avrà le sue ragioni, ma diciamo che in queste condizioni non si può andare avanti”, ha detto Van Poelvoorde, perché “non posso mandare i miei manager lì ad essere responsabili penalmente” in una situazione già fuori norma perché l’impianto è sotto sequestro. L’azienda, aggiunge, è rimasta “sorpresa” dalla decisione del governo di togliere la protezione legale. “Allo stesso tempo il governo ci dice che non vuole che ce ne andiamo, ma vuole che restiamo, e ci dicono che risolvono il problema. Noi abbiamo scritto un articolo molto chiaro per dire che il 6 settembre, quando entra in vigore questa legge, l’impianto si fermerà se nulla sarà successo”, ha spiegato.

“Io non accetto ricatti. Qui la legge è uguale per tutti. Ilva resti aperta, non hanno nulla da temere, le soluzioni si trovano”, la replica del vicepremier Luigi Di Maio.

“Non ci possiamo permettere la chiusura, sono 11 mila posti di lavoro diretti e altrettanti indiretti. Per carità la tutela ambientale, ma gli imprenditori arrivati adesso, hanno ereditato una situazione disastrosa e in nove mesi non possono sistemarla”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini che poi ha aggiunto: “C’è una sentenza pendente della Corte, io avrei lasciato la garanzia legale. Di Maio mi assicura che non rischia, io mi fido. Con 15mila posti di lavoro non si scherza. Non si può cambiare un contratto in corso d’opera. Per me il piano per il 2023 sta in piedi”.

Propende per trovare una soluzione il Mise: “L’avvio della Cig per i lavoratori dell’Ilva tramite comunicato stampa è un atteggiamento irresponsabile che mina l’equilibrio sociale del territorio di Taranto. Un equilibrio messo già a dura prova in questi decenni e che crea allarmismo e tensione, frutto anche delle dichiarazioni dell’ad di ArcelorMittal Europa sulla presunta chiusura dello stabilimento”.