Bruxelles apre procedure d’infrazione contro l’Italia: nel mirino lavoratori stagionali, P.A. e riciclaggio

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L’Italia finisce ancora sotto la scure di Bruxelles. La Commissione Ue ha aperto una procedura d’infrazione contro il nostro Paese per le normative sui lavoratori stagionali. L’Italia secondo Bruxelles, più altri nove Paesi, non ha pienamente recepito la direttiva comunitaria in materia, che ha lo scopo di assicurare condizioni di vita e di lavoro dignitose, pari diritti e una tutela contro lo sfruttamento. Ora Bruxelles attende una risposta entro due mesi.

Secondo il parere della Commissione: “garantire il pieno rispetto della direttiva è un presupposto importante per attrarre nell’Ue la manodopera necessaria per il lavoro stagionale ed eventualmente anche per contribuire a ridurre la migrazione irregolare”.

L’Italia osservata speciale anche per i contratti a termine nella P.A., in particolare per le condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico e per l’abuso dei contratti a tempo determinato. Nel parere motivato che la Commissione Ue ha inviato a Roma si legge che “la normativa italiana non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico”.

Procedura di infrazione anche per i pagamenti in ritardo in Calabria. In sostanza Roma è accusata di non aver applicato correttamente le norme della direttiva Ue destinata a eliminare ritardi eccessivi nei pagamenti di beni e servizi da parte della Pubblica amministrazione. Nel mirino in particolare le disposizioni che consentono alla Regione Calabria di effettuare pagamenti nel settore sanitario al di là dei limiti temporali fissati dalla direttiva.

Infine una procedura d’infrazione è stata avviata anche per quanto riguarda le norme antiriciclaggio. L’Italia infatti, insieme a Lettonia e Portogallo, sebbene avesse notificato il pieno recepimento delle norme comunitarie, è stata ‘richiamata’ dalla Commissione europea in seguito all’individuazione di diversi casi di mancata conformità su aspetti ritenuti fondamentali. Nello specifico per l’Italia: la licenza o regolamentazione dei prestatori di servizi. In nota Bruxelles sottolinea: “Le norme antiriciclaggio sono uno strumento importante nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Le lacune legislative di uno Stato membro si ripercuotono sull’insieme dell’Ue”. Quindi l’appello ai 3 Paesi ad “attuare le norme in modo controllato ed efficiente per combattere la criminalità e proteggere il sistema finanziario europeo”. Anche in questo caso due i mesi per rispondere ai rilievi di Bruxelles e adottare le misure necessarie, altrimenti i Paesi potrebbero essere deferiti alla Corte di giustizia Ue.