Rincari ingiustificati, il governo avvia una valutazione sui prezzi dei beni in Italia

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Il governo vuole vederci chiaro sulla questione del caro prezzi. L’aumento dei listini generi alimentari sembra non essere giustificato dalla situazione attuale, che vede i prezzi delle materie prime non così alti come sembrerebbe. Una volta avviato un monitoraggio sul mercato, l’esecutivo valuterà di intervenire e potrebbero scattare controlli a tappeto da parte della Guardia di finanza. L’obiettivo sarebbe quello di scovare chi specula sul prezzo finale.

Pasta alle stelle. A cominciare dalla pasta, un bene prezioso del Made in Italy, che avrebbe subito un rincaro senza precedenti. Si parla di un prezzo lievitato del 17,5% rispetto all’anno precedente. Una situazione che avrebbe costretto il ministro Adolfo Urso a mandare il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, dritto alla Commissione di allerta rapida. A detta del ministro, “la riunione del comitato servirà a chiarire quale sia stata la dinamica dei prezzi che ha suscitato allarme tra i consumatori”.

L’analisi di Coldiretti. Un allarme giustificato? Senz’altro. Perché, stando a quanto ricordato da Coldiretti, il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 32-36 centesimi al Kg, un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto al 2022, mentre il prezzo finale è aumentato il doppio dell’inflazione. “Una distorsione che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo”, dicono.

I numeri. Sulla stessa linea anche i dati raccolti da Assoutenti, che ha stilato la mappa delle città italiane più care per la pasta. Secondo l’associazione dei consumatori, sul podio dei costi più elevati c’è Ancona con 2,44 euro al kg. La più economica è invece Cosenza con 1,48 euro al chilo. Confrontando i prezzi attuali con quelli di marzo 2022, i rincari più pesanti si registrano in diverse province della Toscana: il record spetta a Siena, dove un chilo di pasta sale da una media di 1,37 euro/al kg dello scorso anno ai 2,17 euro di oggi, con un aumento del 58,4%.