Coronavirus, Lorenzin (Apindustria): “Non chiudiamo le aziende o alcune non riapriranno”

Flavio Lorenzin, presidente di Apindustria Confimi Vicenza

Per moltissime aziende del territorio è un momento di grande incertezza: da una parte la paura del contagio frena gli incontri con i potenziali clienti e crea un clima di timore anche all’interno dei luoghi di lavoro, dall’altra in molti comparti iniziano a pesare la mancanza di rifornimenti per la componentistica proveniente dalla Cina, oltre naturalmente alla brusca frenata di alcuni mercati esteri per le nostre esportazioni.

In questo contesto qualcuno può essere tentato di mettere in pausa l’attività, ma il rischio in questo caso è ancora più forte, come avverte Flavio Lorenzin, presidente di Apindustria Confimi Vicenza, associazione che rappresenta circa mille piccole e medie industrie vicentine: «Le condizioni per molte aziende sono difficili, ma chiudere anche per poco tempo rappresenterebbe un danno doppio: innanzi tutto significherebbe non poter consegnare quegli ordini che pure si è in grado di garantire, perdendo quindi ulteriore liquidità, ma soprattutto spingerebbe i clienti verso altri competitors. Il risultato sarebbe una perdita di quote di mercato che poi sarebbe molto difficile recuperare».

«È importante mettere subito in campo delle azioni sistemiche su più fronti. Il primo è la comunicazione: il Paese ha bisogno di far capire al resto del mondo che le nostre imprese sono attive, che sono in grado di evadere gli ordini e che il virus non circola “viaggiando” sulle merci. Servirà una colossale campagna per il rilancio del turismo, che sta vivendo ore nerissime ed è una grande risorsa per la Regione. L’altro grande fronte è quello degli stimoli per le imprese: bisogna mettere in campo tutti gli strumenti necessari a salvaguardare le imprese e l’occupazione; le prime misure decretate dal Governo vanno nella giusta direzione, ma sono insufficienti a sterilizzare il contraccolpo della “tempesta” Coronavirus sull’economia».

Una tempesta che colpisce particolarmente il manifatturiero, che è il cuore del sistema economico provinciale e regionale: «In questi giorni dove possibile molti stanno ricorrendo giustamente al telelavoro – prosegue Lorenzin – ma è chiaro che questa è una soluzione fattibile per chi lavora negli uffici, non in produzione. Voglio però ricordare che generalmente proprio nei reparti produttivi, così come nella logistica, gli addetti operano su spazi ampi: con un po’ di attenzione e qualche accortezza in più generalmente c’è la possibilità di lavorare senza timori particolari. Essere imprenditori significa anche avere coraggio di fronte alle difficoltà, è il momento di esserlo e di trasmettere un messaggio rassicurante non solo ai propri clienti, ma anche a tutti i propri collaboratori: le attività manifatturiere non devono essere fermate!».