Alcol e stupro: le sparate di Giambruno (e Senaldi), occasione persa per educare al rispetto

Chiunque ha un figlio o una figlia adolescente sa bene che le raccomandazioni servono relativamente, a volte addirittura rischiano di ottenere l’effetto contrario, di spingere a trasgredire. “Non bere, stai attenta, non guidare se hai bevuto, non salire in auto con amici che hanno alzato il gomito…”.

Quante volte anche io l’ho detto, sapendo che era rassicurante più che altro per me perché cadevano probabilmente nel vuoto. Quello stesso vuoto in cui io lasciavo cadere quelle dette da mia madre a me.
In quanto genitori sappiamo che conta sì far ragionare i figli e le figlie, ma ancora di più conta l’esempio e quello che hai seminato quando erano piccoli, anche se proprio da adolescenti  hanno bisogno di rompere gli schemi, affermarsi, sperimentare, ma di sapere di non essere lasciati a se stessi. Ciò nonostante, le “raccomandazioni” sono una costante del nostro ruolo genitoriale.

Per questo mi hanno fatto arrabbiare le affermazioni del giornalista e “first gentlemen” (che sia compagno della Presidente del Consiglio è solo un’aggravante) Andrea Giambruno su Rete 4, spalleggiato dal giornalista Pietro Senaldi: “Certo che se tu vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti. Certamente, questo è assodato. Non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento o di inciampo. Però se eviti di ubriacarti o perdere i sensi magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche e poi rischi che il lupo lo trovi”. Giambruno, scoppiata la polemica, poche ore dopo l’ha definita “surreale” e ha ribadito la sua condanna degli stupratori. Facendo capire che non ha proprio compreso dove sta il problema.
Il nodo, infatti, non è condannare gli stupratori (i “lupi”), cosa su cui non dubito, ma non aver usato la tv per spiegare che a rispondere di una violenza è chi la commette e non chi la subisce. E chi lo ha contestato non è un “ubriacone”, come ha titolato malamente oggi la prima pagina del quotidiano “Libero”.

Noi genitori non siamo ubriaconi, sappiamo bene di dover mettere in guardia le nostre figlie, perché ci preoccupiamo per loro, come sicuramente Giambruno si preoccuperò della figlia Ginevra, quando sarà più grande e inizierà ad uscire e dovrà lasciarla andare, in mezzo a tanti ipotetici “lupi”, sperando di averla attrezzata per affrontarli. Anche magari in una sera in cui potrebbe non andare tutto bene, o in cui per “x” motivi potrebbe aver più voglia di “strafare”. Perché gli adolescenti sono così, fa parte della psicologia di quell’età. Per questo hanno bisogno di noi adulti.

Il problema qui non è, insomma, che quelle frasi non abbiano senso in bocca a un genitore, ma se a spararle ai quattro venti è un uomo di televisione come Giambruno è un grosso problema, perché trasmette legittimazione ai “lupi”. Questa è l’assurdità di quanto ha detto. In un paese con un altro tasso di violenza sulle donne, tutti dobbiamo insistere, insistere, e ancora insistere sull’educazione al rispetto dell’altro, in ogni occasione, soprattutto quando l’altro e l’altra diventano più vulnerabili e meno consapevoli.

Una trasmissione televisiva sarebbe un’ottima occasione per approfondire il tema dell’educazione affettiva dei giovanissimi maschi. Sul rapporto fra l’abuso di alcol e droga e gli stupri, non solo rispetto alla vittima ma anche riguardo ai carnefici: pensiamo forse che i maschi siano tutti sobri fuori dai locali quando sono in “branco”? Tutt’altro! Sarebbe meglio iniziare a dire loro: “Non bere, che poi perdi il controllo e i freni inibitori e magari compi azioni che fanno del male a qualcuno o qualcuna e di cui poi potresti pentirti a vita”.

Ci sono tanti motivi per non abusare dell’alcol e sono validi indifferentemente per ragazzi e ragazze: per non essere in balia di chi vuol farti del male (in generale); per non rimanere vittima di un incidente o causarlo; banalmente, per non rovinarti il fegato.
Invece no, ci si concentra sempre sulla responsabilità femminile. Come ha ben detto la scrittrice Giulia Blasi, “l’alcool per le donne è un’aggravante, per gli uomini un’attenuante”. Purtroppo siamo un paese profondamente maschilista, inchiodato ancora al “sentire” dell’avvocato del video qui sotto, di ben 40 anni fa.
E il compagno di Giorga Meloni, in questi giorni, ci ha messo parecchio del suo, perdendo una grande occasione.

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da The Vision (@thevisioncom)