Boale Rosso sul Monte Pasubio

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Per chi sale da Valli del Pasubio al valico del Pian delle Fugazze non può che rimanere attratto dal dedalo di canali e dalla selva di guglie che dominano il roccioso versante meridionale del Monte Pasubio. Così, per chi conosce la toponomastica della zona, non può che distinguere le verticali pareti dei Sogli Rossi o l’aguzzo Campanile di Val Fontana d’Oro.

Tra i solchi maggiori che incidono questo versante vi è il Vajo del Ponte, il quale a circa metà percorso si congiunge con il Boale Rosso.

Entrambi i canali rivestono al contempo degli splendidi ambienti selvaggi e delle possibili ascensioni alpinistiche alle cime del massiccio. Ciò che li caratterizza è la natura rocciosa del percorso, con roccia più o meno solida che crea grandi ammassi di blocchi lungo il canale o la presenza di alcuni salti dove è necessario compiere dei passaggi di arrampicata.

Sulla base di ciò sono quindi essenziali, se si vuole percorrere uno di questi vaji, l’adeguata conoscenza dell’ambiente e l’attrezzatura idonea.

Il punto di partenza ideale per risalire il Boale Rosso è la località Prà dei Penzi; imboccata la strada sterrata che conduce a Malga Cornebe la si segue fino al primo impluvio che si incontra, determinato dallo scorrere delle acque meteoriche. Non resta che risalire il greto torrentizio tra blocchi di roccia fino all’imbocco del vajo, dove le pareti della montagna si avvicinano per creare uno stretto e alto corridoio ascendente.

Indossato il casco si superano i primi passaggi di roccia a fianco di una cascatella; caratteristico è il passaggio che si effettua attraverso un foro nella roccia creato dai grandi blocchi incastrati.

Dopo averlo superato si prosegue tra i massi senza incontrare grosse difficoltà con una visuale d’eccezione sulla Guglia dei Ronle.

Si guadagna quota facilmente fino al bivio con il Vajo del Ponte: quest’ultimo sale a destra, mentre per il Boale Rosso occorre tenere la sinistra. La seconda parte è sicuramente la più interessante: le pareti si stringono e rendono l’ambiente ancor più affascinante, mentre qualche breve ma non troppo impegnativo passaggio di arrampicata aggiunge un po’ di adrenalina alla salita.

In questa seconda parte lo scorso anno è stato anche ritrovato un grosso ordigno bellico risalente alla Grande Guerra, che ora risulta misteriosamente scomparso.

Nell’ultimo tratto della salita alpinistica si intuisce il perché del nome attribuito a questo canale: qui la roccia più friabile ha una tonalità che varia dal giallo all’arancio ed è anche il punto dove porre più attenzione proprio per la precarietà degli appigli.

Con sorpresa poco dopo il canale si amplia per congiungersi al ben più noto sentiero di Val Fontana d’Oro; da qui, in breve, si giunge alla Strada delle 52 Gallerie poco sotto il Passo di Val Fontana d’Oro.

Le vicine vette che si possono raggiungere sono quelle di Cima Forni Alti e del Cimon del Soglio Rosso, dalle quali si gode di un vasto panorama sulle vette delle Prealpi Venete e la pianura.

Le possibili vie di discesa sono attraverso la Val Fontana d’Oro con il sentiero realizzato durante la Grande Guerra e le splendide viste sull’omonimo campanile, oppure si può proseguire fino al Rifugio Papa e quindi scendere lungo la Val Canale.