Il canyon dello Slonfe a Crespadoro

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Piccola meraviglia nascosta fra le colline di Crespadoro, lo Slonfe è un’affascinante forra degna di nota. Le sue alte pareti di roccia, separate solamente di qualche metro, e l’andamento sinuoso lasciano penetrare i raggi del sole solamente per poche ore al giorno, creando scenari come pochi nella zona. Il toponimo del canyon deriva dal cimbro e sta ad indicare “gola, voragine”.

Lo Slonfe è, se pur selvaggio, un luogo che si lascia scoprire facilmente data la relativa vicinanza al centro del paese dell’alta Valle del Chiampo. Esso si trova infatti lungo la Val Nera, un piccolo impluvio posto sulla destra idrografica della valle principale, a circa mezzo chilometro in linea d’aria dalla piazza di Crespadoro.

Lasciato alle proprie spalle il centro del paese, nei pressi del quale si trova un bel murales raffigurante un’anguana, ci si dirige verso Contrada Bauci. Poco dopo la strada cementata inizia a salire verso il bosco, per lasciare il posto al fondo sterrato.

Dopo una curva si mantiene sempre la destra ad ogni bivio: inizialmente la carrareccia sale dolcemente seguendo il fianco del pendio, poi, dopo una svolta decisa, scende verso il fondo della valle.

Giunti al corso del torrente si trova un ponte in pietra denominato Ponte della Calcara. Non resta quindi che risalire direttamente il corso del torrente, mantenendo l’affluente di sinistra, ovvero quello della destra idrografica. Inizialmente si supera un tratto largo e ricco di arbusti, ma in poco tempo si giunge all’imponente imbocco della forra, che riserva gran stupore.

È possibile addentrarsi all’interno del canyon per ammirare lo spettacolo di luci ed ombre, nonché il mirabile lavoro di erosione svolto dall’acqua in tempi lunghissimi. L’unica condizione è essere disposti a bagnarsi un po’ per giungere fino alla prima cascata, ma ne vale sicuramente la pena.

Dalle pareti laterali, che si restringono verso l’alto, scendono numerosi fili d’acqua. Vi è un bel tratto ad S dove si trovano due piccole cascatelle, facilmente risalibili, dopodichè si è costretti a fermarsi perché si trova una cascata più alta.

Tornando indietro si apprezzano ancor di più la morfologia del canyon, le stratificazioni della roccia e il lussureggiare della vegetazione.

Per chi pratica il canyoning la forra può essere discesa dall’alto, con una serie di tre cascate. Poco lontano, lungo gli altri torrenti della Val Covale, si sviluppano altri interessanti itinerari per il canyoning, con numerose cascate di cui una di ben 50 metri. Recentemente è stata pubblicata un’interessante guida di Mirko Palentini dal titolo “Vicenza canyoning. Torrentismo sulle Prealpi Vicentine”, nella quale si possono trovare descrizioni più approfondite anche per queste valli.