Il paese di Mossano

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Il paese di Mossano riserva una storia millenaria, ancor oggi palpabile attraverso le sue rovine, grotte, contrade; serba nei suoi luoghi un fascino dove aleggiano racconti vetusti, pronti ad essere sussurrati lentamente a chi si accinge a visitarli.

Situato lungo la Riviera Berica tra gli abitati di Nanto e Barabarano, Mossano si sviluppa tra vigneti e uliveti ai piedi dei colli che si affacciano verso la pianura. Oltre le distese della Risaia e della Vaccheria spicca l’imponente Villa Pigafetta-Camerini sul colle del Montruglio, mentre verso sud la linea dell’orizzonte è interrotta dai Colli Euganei.

 

Lasciando l’auto nel parcheggio nei pressi del centro del paese si risale Via Carmignano; ben presto si abbandonano le ultime case del paese per risalire una carrareccia lungo una salita accentuata che si inoltra a fianco di un uliveto. Poco dopo si notano alcune indicazioni per la Grotta di San Bernardino, primo punto di interesse di questo itinerario. La grotta si raggiunge attraverso un sentiero in leggera discesa dal quale poi ad un certo punto si apre un’ampia vista panoramica sulla pianura e i Colli Euganei. Qui vicino si trova l’ingresso della cavità, costituita in realtà da due spelonche: la Grotta Minore e la Grotta Maggiore di San Bernardino. Esse prendono il nome da San Bernardino da Siena che visse qui come eremita nella prima metà del Quattrocento. La storia della frequentazione della grotta è però ben più antica, risalendo a circa 200.000 anni fa con l’Uomo di Neanderthal che vi lasciò qui le prime tracce. Ora l’ingresso della cavità è protetto da un cancello e le visite sono riservate ai giorni domenicali con le guide della Pro Loco di Mossano. Dall’esterno si possono notare le mura medievali che serravano l’ingresso e i resti di un affresco raffigurante il santo. Sopra la grotta si trova una singolare struttura calcarea dove spicca il Pinnacolo di San Bernardino.

Risalendo la traccia a sinistra della caverna si rimonta la placca rocciosa levigata dall’acqua per incontrare il sentiero soprastante che si addentra in un bell’oliveto. Successivamente si incontra una zona più arida dominata dall’albero di Giuda (Cercis siliquatrum) e dallo scotano (Cotinus coggygria) prima di raggiungere Contrà Rigo dove si trova un agriturismo.

Si prosegue per strada cementata fino a incrociare la Valle Scaranto; da qui si prende un sentiero in salita che conduce ai Covoli di Trene, una serie di grotticelle che si aprono nel bosco dove si trovava un’antica scogliera. Si incontra dapprima il Covolo dell’Arco, seguono poi ravvicinati il Covolo fortificato di Trene, il Covolo Due Bocche e il Covolo Due Camini. Visitati i covoli si piega a sinistra passando per Contrada Tomasetto nei pressi del Monte Alto.

Un bel sentiero tra i castagni si mantiene in quota, sfiorando il Monte Bella Pai.

Più avanti si può visitare il Covolo delle Tette, altro incavo così denominato per le caratteristiche concrezioni. Qui vi si trova una falesia frequentata dagli arrampicatori. Dopo questa breve deviazione si attraversa in quota il Monte Capitello lungo il quale si incontrano alcune pozze d’acqua scavate nella roccia, importanti habitat per gli anfibi come le salamandre.

Giunti a Contrada Chimento si segue il sentiero in discesa che percorre la Val Rovea, prima nel bosco dove in questo periodo il Physalis alkekengi lo ravviva d’arancio, poi attraverso un pascolo. Scesi alla Fontana di Mossano, che presenta un’ampia vasca d’acqua, ci si trova ai piedi del sito delle Prigioni di Mossano, uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti che si possono trovare lungo questo percorso. Si tratta di un antico edificio in parte ricavato da un ampio antro della roccia e in parte costruito con imponenti blocchi. Cinque colonne si ergono verso l’uliveto che si trova all’esterno, mentre altre porte e scalinate conducono ad alcune stanze poste su piani differenti. La costruzione risale al medioevo, il muro esterno è alto ben 15 metri mentre la sala principale si sviluppa per una cinquantina di metri. Sembra che l’edificio appartenesse al Vescovo di Vicenza o comunque a persone di alto rango che qui detenevano alcuni possedimenti. Anche questo sito è visitabile con la Pro Loco di Mossano, che ne permette l’accesso in quanto si trova all’interno della proprietà di Villa Giulia.

L’itinerario si conclude scendendo per la Valle dei Mulini dove si trova la Contrà de Munari, dove un tempo lavoravano ben dodici mulini in successione i quali sfruttavano l’acqua che dalla Fontana di Mossano scendeva attraverso la Roggia Munari. Ora si possono ancora osservare due mulini che presentano all’esterno le vecchie ruote in legno, le quali sono messe in movimento dall’azione dell’acqua. Il primo che si incontra scendendo è veramente suggestivo e ben curato, lo si può ammirare dal sentiero che vi passa accanto superando un ponticello in legno.

Terminata la Valle dei Mulini, si ritorna in breve al parcheggio nei pressi della chiesa.

Passeggiata indicata per il periodo primaverile o autunnale, di circa 13km e 400m di dislivello, con tempo di percorrenza di 4 ore.