Allarme Cgil e Coalizione Civica : “L’Ulss 7 è preparata per una seconda ondata di Covid-19?”

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L'ingresso dell'ospedale di Santorso

C’è preoccupazione, in ambito sindacale e non solo, per la situazione nell’Ulss 7 Pedemontana in vista della seconda ondata dell’epidemia da nuovo coronavirus. A mettere il tema nero su bianco è stata la segreteria Funzione Pubblica – Cgil provinciale, in una nota, e i due consiglieri comunali di Schio di Coalizione Civica, Carlo Cunegato e Giorgio De Zen.

“Stiamo assistendo, giorno dopo giorno, a una crescita importante di ricoveri e sorveglianza sanitaria a domicilio dei contagiati da Covid-19 nell’Ulss 7 Pedemontana, e siamo molto preoccupati” scrive la Cgil.

Nei giorni scorsi l’azienda ha inviato alle organizzazioni sindacali una comunicazione relativa alla riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza Covid-19: si definiscono incrementi e riqualificazione delle aree di degenza e dei posti letto ma, “non risultano chiare e trasparenti le modalità di gestione del personale sanitario, tecnico e amministrativo, sia per quanto riguarda la dirigenza che per quanto riguarda il comparto”. Su questo fronte, ormai da settimane “la Funzione Pubblica Cgil di Vicenza incalza l’azienda per ottenere un incontro, per avere chiarezza su quali misure si intende adottare nella riorganizzazione dei servizi, per essere pronti a garantire, in caso di una seconda ondata del virus, la necessaria sicurezza a cittadini e lavoratori. Questo anche in previsione delle complicanze influenzali che ogni anno si ripresentano nel periodo invernale e che devono fare i conti con un numero insufficiente di posti letto in particolare all’Ospedale di Santorso, come denunciamo ormai da anni”.

“Da marzo – prosegue la nota – chiediamo che l’azienda provveda ad assumere personale, anche per far fronte alle croniche carenze di organico dovute a pensionamenti, dimissioni e assenze prolungate. Ci è stato risposto che sono state effettuate 100 nuove assunzioni, ma non vi è traccia di quali siano i servizi a cui i neo-assunti sono stati assegnati, mentre le carenze di organico continuano ad essere sotto gli occhi di tutti. Abbiamo chiesto maggiore cura e capillarità nella comunicazione ai dipendenti coinvolti nelle riorganizzazioni, ma di questo nulla ci risulta sia stato fatto. Abbiamo chiesto riscontro in merito alla presenza di scorte adeguate di dispositivi di protezione individuale per il personale, chiedendo contestualmente regole chiare e semplici per la loro distribuzione al personale. Anche su questo, ad oggi nessuna risposta”.

“I mesi che abbiamo alle spalle – ricorda ancora Fp-Cgil – sono stati molto difficili per tutto il personale delle Ulss, impegnato in prima linea per combattere il virus e continuare a garantire assistenza e ad abbattere quelle liste di attesa che, durante il lockdown, hanno visto un’ulteriore impennata. Ebbene, la nuova ondata del virus è ormai iniziata e continuiamo a raccogliere segnalazioni, disperate e preoccupate, da parte di moltissimi lavoratori sulla situazione all’interno di diversi reparti e servizi. Il Dipartimento di Prevenzione, al cui interno è attivo il servizio di monitoraggio e tracciamento dei contagi da Covid-19, attivo 7 giorni su 7 per 12 ore al giorno, si trova in condizioni di ormai cronica carenza di personale, dovendo al contempo garantire altri importanti servizi ordinari, come campagne vaccinali, percorsi di educazione alla salute rivolti alla cittadinanza, controlli nel territorio sui luoghi di lavoro. Ebbene, non vi è stato alcun potenziamento di questo importante servizio, mentre le poche assunzioni effettuate non hanno fatto altro che recuperare, in modo del tutto parziale, i vuoti precedenti. Allo stesso modo, non ci risulta sia stato implementato l’organico nei servizi territoriali di assistenza domiciliare integrata per l’intera Ulss 7, neppure nell’Altopiano di Asiago, nonostante fossero previste a livello nazionale indicazioni precise per il potenziamento del servizio su tutto il territorio”.

Quanto all’ospedale a Santorso, punto di riferimento nella gestione dei pazienti Covid positivi per tutto il territorio dell’Ulss 7 Pedemontana, “non vi è chiarezza nella gestione del Dipartimento di Medicina, dove sono ricoverati sia pazienti positivi al virus che pazienti ‘ordinari’, dove solo alcuni giorni fa è stata predisposta l’area di terapia semi-intensiva in un contesto di difficile gestione a livello logistico (per la difficoltà a garantire percorsi e spazi adeguati), dove non vi è stata alcuna rotazione del personale, messo a dura prova in questi mesi sia dal punto di vista psicologico che fisico. Il personale dei Pronto Soccorso si prepara alla nuova ondata di accessi da parte di pazienti con sintomi da Covid-19, mentre è alle prese con l’implementazione di nuove procedure regionali per la gestione degli accessi (triage) che richiederebbero la presenza di personale medico che, come da tempo denunciamo, è in numero del tutto insufficiente ed è soggetto a continuo turnover”.

“Si tratta di alcuni esempi – conclude la nota – che danno il segno di come, nonostante fosse del tutto prevedibile una nuova ondata del virus e quindi l’esigenza di una programmazione chiara e condivisa delle risposte organizzative da mettere in campo, l’Azienda stia riorganizzando i servizi all’insegna di interventi ‘a spot’ e senza che vi sia stata un’efficace campagna di reclutamento di personale, situazione che rischia ora di mettere ulteriormente sotto stress il sistema”.

Sullo stesso tema, Carlo Cunegato e Giorgio De Zen, consiglieri comunali di Coalizione Civica a Schio, hanno presentato proprio venerdì una interrogazione a risposta scritta al sindaco Valter Orsi, focalizzandosi in particolare sui fondi stanziati dal Governo nel Decreto Rilancio proprio in vista di una seconda ondata, che non avrebbero portato nell’Ulss 7 a nuove assunzioni e ad una corretta formazione del personale. “Il tracciamento dei contatti delle persone positive per la Regione richiederebbe nell’Alto Vicentino 18 operatori, ma vi sono dedicate non più di quattro persone e ci vengono riferiti casi di ritardo di segnalazione di positivi”. Problemi anche nella riorganizzazione ospedaliera: per Cunegato e De Zen “Santorso nella prima ondata è diventato un Covid-hub, riconvertendo non solo posti letto ma anche le specializzazioni dei medici e degli infermieri, senza nessun aiuto esterno e con il reparto di pneumologia rimasto a Bassano. Ora il piano di riorganizzazione, approvato il 30 settembre, prevede per Santorso 34 posti di terapia intensiva e 40 di semintensiva. Non sarà più solo l’ospedale di Santorso quindi a farsi carico dei pazienti Covid? Se si, perché gli operatori non sono informati circa le nuove direttive e accade ancora che vengano inviati pazienti Covid da Bassano? Se no, da Bassano arriveranno pneumologi e anestesisti?”.