Bpvi, l’assemblea vota il bilancio da “profondo rosso” e il Fondo Atlante annuncia l’uscita

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Il picchetto dei sindacati all'esterno della Fiera di Vicenza in occasione dell'assemblea di Bpvi

I sindacati fuori a protestare contro i paventati esuberi e la riduzione degli stipendi e i soci dentro a votare il bilancio del 2016, chiuso a meno 1,9 miliardi di euro. Ma, oltre a quanto era prevedibile, l’assemblea della Banca Popolare di Vicenza tenutasi ieri in Fiera ha riservato anche qualche sorpresa e nuove indicazioni sul futuro (anche di Veneto Banca).

A mettere in chiaro alcuni punti è stato il rappresentante del Fondo Atlante (proprietario della quasi totalità delle quote di Bpvi e Veneto Banca) Alessandro De Nicola che, di fronte ad una sala riempita solo in parte, ha annunciato: “E’ molto probabile che Atlante a breve non sarà più azionista di riferimento di queste banche. Ora servono nuove e ingenti ricapitalizzazioni non più alla portata di investitori privati. Se si arriverà alla fusione, sarà stato un successo”.

In attesa, quindi, dell’unione in un solo istituto di Bpvi e Veneto Banca, nonché della “statalizzazione”, ieri si è consumata l’ultima assemblea chiamata ad approvare il bilancio di esercizio del 2016 e la riduzione del consiglio di amministrazione da 11 a 9 componenti. Inoltre, Fabrizio Viola è stato confermato consigliere di amministrazione della banca fino alla fine del 2018 e sono state approvate le politiche e le prassi di remunerazione ed incentivazione per il 2017. Respinta invece la proposta, partita da alcuni azionisti, di autorizzare l’azione di responsabilità nei confronti dell’ex amministratore delegato Francesco Iorio.

All’assemblea, presieduta da Gianni Mion, hanno partecipato fino ad un massimo di 325 azionisti (fisicamente e per delega), in rappresentanza del 99,34 per cento del capitale sociale. Il bilancio si è chiuso con una perdita di esercizio di euro 1.901.705.146 di euro, che l’assemblea ha deliberato di coprire mediante l’utilizzo della riserva sovrapprezzi di emissione. Il bilancio è stato redatto sul presupposto della continuità aziendale, pur in presenza degli elementi di significativa incertezza. La prospettiva della continuità aziendale si basa sull’esito del processo di “ricapitalizzazione precauzionale” avviato da Banca Popolare di Vicenza, che dipende da un processo di autorizzazione amministrativa che vede il coinvolgimento di autorità terze (in primo luogo la Commissione Europea per i profili di compatibilità dell’intervento di ricapitalizzazione da parte dello Stato con la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato).

L’assemblea ha infine approvato le nuove politiche di remunerazione e incentivazione per il 2017 che tengono conto delle indicazioni fornite dalla Bce e prevedono il contenimento dei costi del lavoro e l’applicazione di una politica prudente e lungimirante finalizzata al mantenimento di una solida base patrimoniale.