La legge Berlato è realtà: sanzioni fino a 3.600 euro per chi disturba cacciatori e pescatori

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Con ventisei voti favorevoli, quattordici contrari e sei astenuti, il Consiglio regionale del Veneto ieri ha approvato il progetto di legge 182, presentato dal consigliere regionale Sergio Berlato (FdI-An-MCR), che prevede la comminazione di sanzioni amministrative contro chi, intenzionalmente ed illecitamente, pone in essere azioni di disturbo contro l’attività venatoria e di pesca.

La norma prevede che “chiunque, con lo scopo di impedire intenzionalmente l’esercizio dell’attività venatoria ponga in essere atti di ostruzionismo o di disturbo dai quali possa essere turbata o interrotta la regolare attività di caccia o rechi molestie ai cacciatori nel corso delle loro attività, è punito con la sanzione amministrativa da 600 a 3.600 euro. All’accertamento e alla contestazione delle violazioni procedono gli organi cui sono demandate funzioni di polizia. La Regione esercita le funzioni amministrative riguardanti l’applicazione delle sanzioni amministrative previste dalla presente legge e ne introita i proventi”. Lo stesso vale per l’attività di pesca.

Il progetto ideato dal vicentino Berlato (Fratelli d’Italia), grande appassionato di caccia e pesca, nonché consigliere veneto più votato alle elezioni regionali del 2015, è stato contestato dall’opposizione, in particolare da Andrea Zanoni del Pd, ma è riuscito ad avere l’okay dalla maggioranza a Palazzo Ferro Fini. E ora è legge.

“Finalmente la Regione del Veneto si è dotata di una norma – ha commentato Sergio Berlato – che punisce pesantemente quei criminali che sono soliti aggredite, non solo verbalmente, degli onesti cittadini mentre esercitano attività lecite dopo aver versato corpose tasse di concessione ed ingenti quote di accesso alle unità territoriali di gestione. Gli animal-ambientalisti che finora hanno goduto di una sostanziale impunità approfittando della lentezza esasperante della giustizia italiana e dell’indifferenza di alcuni giudici, da oggi dovranno assumersi la responsabilità delle loro malefatte. Fermo restando il diritto di chiunque di poter manifestare il proprio dissenso nel rispetto della legge, nessuna tolleranza sarà ammessa nei confronti di quelle minoranza esagitate che vorrebbero imporre, spesso con la violenza, le loro discutibili scelte di vita”.

Di tutt’altro parere il Pd e il gruppo “Alessandra Moretti presidente” che parlano di “una legge inutile e sbagliata che va a sanzionare chi potrebbe impedire l’attività venatoria. Non sono certo queste le emergenze dei veneti ed è assurdo che ancora una volta l’aula consiliare debba essere ostaggio di Berlato”. Per Andrea Zanoni (Pd) e Cristina Guarda (Amp) c’è “già il Codice Penale per punire comportamenti estremi, che in Veneto non si sono mai verificati, come testimonia la mail-autogol del consigliere Berlato, mentre nel caso rappresentato si vuole approvare un provvedimento che va a colpire in maniera pesante un elenco lunghissimo di soggetti, solo per favorire una piccola lobby, i cui interessi vengono elevati a valore assoluto. Abbiamo presentato numerosi emendamenti – hanno ricordato i consiglieri regionali – per tutelare i proprietari terrieri, chi svolge attività ricreative o sportive all’aperto e anche le stesse guardie venatorie, messe a rischio da un provvedimento sbagliato, pericoloso e probabilmente illegittimo. C’è già una sentenza, la 6309 del 2005, emessa dal tribunale di Milano che ha annullato le sanzioni comminate sulla base di una legge simile della Lombardia, facendo prevalere il diritto di riunirsi in maniera pacifica e manifestare liberamente il proprio pensiero, garantito dagli articoli 21 e 17 della Costituzione”.

Anche il dem Graziano Azzalin durante la dichiarazione di voto ha criticato la proposta: “È soltanto un’inutile legge bandiera. Mi auguro che quando torneremo a parlare di caccia, quest’aula lo faccia con meno noia perché non è serio affrontare così delle questioni che dovrebbero essere serie. A partire dal Piano faunistico-venatorio”.

Contrarietà alla legge è stata espressa anche dal Movimento 5 Stelle: “Il Consiglio regionale del Veneto è ostaggio di Sergio Berlato e della lobby dei cacciatori, mentre le esigenze dei veneti vengono messe ancora una volta in disparte – è stato il commento della consigliera Erika Baldin -. Da quando siamo entrati in Consiglio, il tema che ha tenuto banco più di qualsiasi altro è sempre lo stesso: la caccia. Io rispetto tutti i punti di vista, con il massimo dell’umiltà, ma questo è un dato inequivocabile. Ci sono molti altri temi che non vengono nemmeno considerati dalla maggioranza”. Per il collega pentastellato Simone Scarabel la legge sul disturbo venatorio è un doppione del Codice Penale: “Non servono altre leggi  servono strumenti per intervenire su un problema reale, ovvero gli incidenti che ogni anno affliggono il nostro territorio con incidenti di caccia – ha detto -. Si tratta di situazioni che potrebbero essere evitate con uno strumento innovativo. Grazie agli smartphone e ai cellulari che tutti hanno in tasca, infatti, è possibile utilizzare applicazioni che segnalano quando una persona si sta avvicinando a un capanno di caccia fisso o a un’area in cui si svolge attività venatoria”.